domenica 30 agosto 2020

Ger 20,7-9; Sal 62; Rm 12,1-2; Matteo 16,21-27
Una vita, la mia vita con Cristo.

"...  prenda la sua croce e mi segua". Queste parole di Gesù, così famose, forse sono altrettanto incomprensibili. O forse non le vogliamo realmente capire. Prendere una Croce non significa certo appendercela al collo come un "gingillo"; oggi la Croce più che un segno di fede è banalizzata come ostentazione e vezzo di moda.
Gesù quel "prendere la Croce",  lo unisce a ... "se vuoi venire" dietro a me ... per andare insieme a Gerusalemme!
La croce non è una prova, non è una malattia, non una sofferenza da sopportare pazientemente; la croce è altro, è accompagnarsi a Gesù nel compiere la volontà del Padre, cioè nel dare un senso autenticamente cristiano alla nostra vita da discepoli.
È dare concretezza alla vocazione, cioè alla chiamata che Gesù fa a ciascuno di noi per dare senso al nostro vivere ora, e in prospettiva della eternità.
Quante idee errate abbiamo di Gesù, di Dio, della Croce, della Chiesa ...
Quante volta pensiamo alla Chiesa come a una grossa impresa del Fede in Dio?
Quante volte il nostro senso religioso si limita a una fredda osservanza di leggi e precetti?
Quante volte il nostro rapporto con Gesù riesce a dare sapore alla vita di tutti i giorni ...
Perché tutto questo? Perché tra Dio e la nostra vita c'è scollamento?
Credo che la causa sia nel non aver scelto ancora se dirigerci con Gesù a Gerusalemme, e soprattutto il non esserci caricati la croce sulle spalle.
Nel Vangelo, Gesù mostra tutta la sua vulnerabilità, si mette di fronte ai suoi amici, anche di fronte a noi, e senza nulla attendersi dice: "vuoi venire dietro a me, sto andando a Gerusalemme?"
Allora, io sono disposto ad accompagnare Gesù in questo suo viaggio; voglio realmente prendere la croce e certamente non per farne un ciondolo?
"Vuoi ..." È un invito disarmante!
Accompagnarlo in quel viaggio, in quel salire alla città Santa significa unire in modo indissolubile la croce alla vita, perché a Gerusalemme Gesù trova la croce, e vi sarà inchiodato per poter dare la vita.
Gerusalemme e croce, non sono due allegorie. Esse rappresentano le due facce della medaglia della nostra appartenenza a Gesù. Quando al suo "vuoi ..." Corrisponde il nostro "voglio", allora il nostro essere Cristiani inizia a essere una testimonianza vera.
Che cosa significa Gerusalemme? 
Gerusalemme, è imparare ad amare, accettando il camminare con Gesù, nel quale diventiamo capaci di dare, di donare e di offrire la nostra vita. Gerusalemme è il logo in cui smetto di sfuggire ciò che mi disturba; è dove affidarmi a Dio e alla realizzazione della sua volontà. Il Padre ci attende a Gerusalemme ... Per fare della nostra esistenza, lo spazio del suo manifestarsi.
Cosa vuol dire o rendere ma croce?
Prendere la mia croce, significa smettere di fuggire; si fugge l'impegno della vita cristiana, si sfugge la carità; c'è chi si allontana dalla vita spirituale, trovando mille scuse per giustificare tutto questo ... Ma alla fine il motivo è semplicemente il fascino delle cose del mondo ... Di fronte a questa tentazione già il Vangelo di Matteo ci pone una domanda: "... quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita?"
Ecco perché seguire a Gesù e prendere la croce, ha a che fare con il senso della nostra vita, come anche con il nostro essere in parrocchia, e il nostro vivere la comunità e il servizio. Solo in questo modo tutto acquista un senso pieno e non è vanità. Prendere la croce non è amore al soffrire, non è desiderio di morte, ma consapevolezza della vita cristiana, cioè di cristo, è alternativa rispetto alla proposta del mondo che ci porterebbe altrove...
Ecco che per ogni discepolo diventa importante recuperare lo spazio per stare di fronte a questa domanda di Gesù, come modo di stare alla sua presenza, e di aderire a quelle parole che scrivono nell'intimo il cammino di appartenenza: "Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà ...".


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