martedì 25 agosto 2020

2 Tessalonicesi 2,1-3.13-17 e Matteo 23,23-26
Una ipocrisia esistenziale

In italiano il rimprovero che Gesù rivolge a Scribi e Farisei, è tutto sommato accettabile nella forma e nel tono; ma se provassimo a leggerla in greco, scopriremmo una invettiva molto accesa e pungente: "Guide ceche, le filtranti il moscerino, il invece cammello ingoianti". Farisei e Scribi, sono filtro del moscerino e gola per il cammello. Filtravano il vino per evitare di ingoiare il moscerino, insetto impuro, ma poi di mangiano il cammello, grosso animale impuro. In loro (Scribi e farisei), l'inezia  delle norme della legge assume un valore grandissimo, mentre ciò che può essere grave mancanza, anche per loro, viene occultato è giustificato dentro la personale ipocrisia. Non è facile per ciascuno di noi sfuggire i condizionamenti che, strada facendo, nella vita, generano ipocrisia, e inducono a scelte e atteggiamenti che rinnegano e trascurano la giustizia, la misericordia e la fede. A rimedio e come deterrente di questa ipocrisia non è forse la vita interiore? La lettura interiore dei sentimenti, dei desideri e dei pensieri - il rientrare in noi -, porta in evidenza le nostre fragilità e i nostri tornaconti, ma proprio questo permette di vincere il giudizio moralistico e giustificativo per richiamare invece, nella coscienza, quella giustizia, quella misericordia e quella fede a cui Gesù fa riferimento.
Che assurdità essere filtro del moscerino e gola per il cammello! Tale assurdità rappresenta non solo una grande incoerenza, ma pure la nostra umana sconfitta. La vita interiore e spirituale, per quando possa sembrare un di più, in realtà forma il nostro umano all'unico necessario: la legge dell'amore.

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