sabato 29 agosto 2020

Geremia 1,17-19 e Marco 6,17-29
Martirio di Giovanni Battista
Non spaventarti di fronte a nulla ...

Il riferimento storico di quanto riportato nel Vangelo, ci porta a Macheronte, palazzo-fortezza, dove Erode Antipa, figlio di Erode il grande aveva posto la sua residenza preferita. Questo accenno per dirci come la figura di Giovanni Battista, cugino di Gesù, non si erge come elemento mitico o semplice "precursore" teologico del Messia.
La storia della salvezza, la rivelazione e manifestazione del Messia ad Israele passano e si legano con le vicende di un popolo, e le scelte dei singoli, dai poveri ai potenti. Giovanni rappresenta veramente il precursore del Messia - qualunque esso sia - proprio perché la sua esecuzione capitale (un omicidio), avvenuta nella fortezza di Macheronte, rappresenta un vero martirio: testimonianza della verità e della fedeltà alle promesse di Dio e al patto di alleanza. Erode fece uccidere, Giovanni, per convenienza e motivi ("intrighi") personali. Questa uccisione diviene per tutti il segno del compimento dell'attesa. Colui che tutti riconoscevano come Profeta; colui del quale tutti si interrogavano, che in tutti smuoveva la coscienza e il lo spirito della venuta del Messa, veniva ucciso ingiustamente. Questo delitto, diviene per tutti un segno; segno del martire, ma anche segno per il Messia, per dare inizio alla sua rivelazione a Israele. Gesù, come tutti: popolo, discepoli, Scribi e Farisei ecc... viene interpellato dal segno. Dalla ferita della morte del cugino, Gesù, intuisce l'inizio pubblico della sua missione. Il sangue versato da Giovanni preannuncia il donare la vita da parte di Gesù e il donarla fino al suo stesso sangue.

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