lunedì 3 agosto 2020

Ger 28,1-17 e Matteo 14,22-36
Camminare con Gesù 

C'è un frammento importantissimo, di tempo; una frazione piccolissima di vita, nella quale Pietro si affida completamente a Gesù: "Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque". Ed egli disse: "Vieni!". Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù."
In quell'istante per Pietro non esiste null'altro, non esiste la fatica della navigazione, non esiste il vento forte che si abbatte sulla barca, per lui esiste solo Gesù che camminando sull'acqua del lago sta raggiungendo la barca. La fede di Pietro in quell'istante è "fortissima", anzi, potremo dire che è intimamente unita alla persona di Gesù. Ma basta poco per distrarre il nostro cuore, per incrinare il nostro affidamento. A volte basta solo l'incertezza dei sentimenti o la fragilità dei ragionamenti, e la "fede forte" cede il passo la complessità e problematicità della vita quotidiana ... e allora ci sembra di sprofondare. Questa pagina del Vangelo è così reale che aderisce perfettamente - più di un poco - all'esperienza di tutti. Il Signore non solo provoca l'atto di fede verso di lui, ma anche accoglie e accompagna lo slancio della nostra fede, e anche nella fragilità, basta una "invocazione" che subito la mano del Signore si mostra pronta a stringere con forza la nostra fragilità, e insieme salire sulla barca; insieme a Lui riprendiamo la navigazione. La fede non è il frutto di espressioni assolute, ma la fede è una esperienza di umana e di continuo contatto col mistero di Dio. Accostare il mistero durante la vita permette di riconoscere il fascino della rivelazione di Dio e l'entusiasmo dei nostri slanci, ma tutto non avviene se non nella immersione nella vita quotidiana.

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