sabato 8 agosto 2020

Ab 1,12-2,4 e Mt 17,14-20
Non siamo riusciti a guarirlo ...

Questa frase, quante volte è ritornata come un ricorrente ritornello; ... la gente vede i segni compiuti da Gesù e di confronto quegli stessi segni i suoi discepoli non riescono a compierli. Forse è la stessa disarmante situazione che anche oggi i discepoli di Gesù sprone tanto di fronte alla disillusa distanza delle persone.
Gesù si raccoglie la desolata provocazione dei discepoli, ma non per mortificarli, ma per aprire a loro lo sguardo della fede, che nulla ha di magico e tantomeno di automatico rispetto all'agire.
Ma se avessimo fede, veramente anche i nostri gesti, che si ispirano ai suoi, avrebbero un fascino per nulla magico, ma avrebbero una autorevolezza che è quella di Gesù. L'autorevolezza del segno, deriva dalla fede, cioè dal legame personale ed ecclesiale del discepolo di ogni tempo. La fede di cui parla Gesù, è quel l'intima adesione (non intimismo spirituale), ma profonda e progressivamente su tutto, senza esclusione di nulla di noi, è questa esperienza che è capace di una forza inaudita, di un facinoroso che sorprende, al contempo di una docilità che edifica con umiltà; questo sradica e pianta nel mare. Questo avviene nella normalità e senza rumore ...

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