giovedì 19 novembre 2020

Guardando Gerusalemme ...

Apocalisse 5,1-10 e Luca 19,41-44


La luce tenue dell'alba autunnale, risveglia la città di Dio, la Gerusalemme di tutti i tempi, come anche quella apparsa agli occhi di Gesù; quella visione suscita il Lui una profonda nostalgia dell'amore del Padre; un amore profuso in ogni generazione, un amore che consacra un vincolo di amicizia fra Dio e cuscino di noi. Gerusalemme è il luogo in cui la nostra umanità trova spazio di fronte al mistero. Ma è pure la dimora di Dio tra gli uomini. I secoli, la storia la vita di tutti i giorni trovano eco in quelle case, in quelle mura che circondano un borgo antico quanto la storia di Israele; quella spianata sulla quale sorgeva il Santo dei Santi, è oggi, come, tutta un altare che consacra la nostra umanità, con tutta la sua bellezza e fragilità, come sacrificio a Dio, come il sacrificio dell'Agnello di Dio sul legno della croce. È in questa immagine trasfigurata che vorrei collocare sia il pianto di Gesù nel vedere la città Santa, nel raccogliere nel suo cuore ogni sentimento, ogni emozione e alito di vita di quella città, spesso ferita e umiliata, come anche ribelle e orgogliosa; ma anche la misteriosa visione del cielo, dell'Apocalisse, che si sovrappone alla nostra quotidianità mettendo in noi il desiderio della eternità del Padre. Tutto parte dall'amore di Dio, in Gerusalemme quell'amore diviene consolazione, ... in Gerusalemme saremo consolati.
Vorrei ringraziare Anna Dalpozzo per la bella immagine di Gerusalemme vista dal "Dominus Flevit", che mi ha inviato stamattina per farmi fare memoria ... Ma noi non ce ne dimentichiamo, perché abbiamo visto, pianto e sognato in questa visione proprio anche la Gerusalemme del cielo.

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