domenica 1 novembre 2020

La beatitudine promessa ...

 Ap ,2-4.9-14; Sal 23; 1 Gv 3,1-3; Mt 5,1-12

Solennità di tutti i Santi


Solennità di tutti i Santi, tutti insieme, non singolarmente: La santità non è mai una questione individuale, singolare. Forse frasi come: "... Devi diventare santo ..." , così che la vita personale sia informata, plasmata e determinata dalla vita eterna del Dio Figlio; ma questo non semplicemente come auspicio, come aspettativa, ma da il senso della necessità di diventare parte di Cristo, del suo corpo,una parte insieme ad altri ...   Per cui, come Gesù si è fatto carne, immergendosi nella nostra umanità, così occorre essere “immersi” nella vita di Dio del Figlio.

Essere Santi non indica una perfezione morale, o una bontà esemplare, ma significa stare con Cristo, e stare con Cristo significa essere membra del suo Corpo, vivendo in e attraverso la comunione con tutti gli esseri umani, con tutti i fratelli. Alla luce di questa comprensione cosa rappresentano le beatitudini? Credo che le beatitudini rappresentano il percorso di una felicità da costruire tutti insieme. È lo stile di vita cristiano, che presuppone una fedele condivisa una comunità. Ecco che il Vangelo della solennità dei Santi, le beatitudini devono raccontare la realtà di oggi.
Beati i poveri ... si, quelli scartati dalla logica di un mondo globalizzato.
Beati quelli che sono nel pianto ..., che non hanno altro che le loro lacrime da versare?
Beati i miti ..., quelli di cui tutti possono prendersi gioco;
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia ..., e non la otterranno mai!
Beati i misericordiosi ..., illusi di poter convertire i cuori induriti;
Beati i puri di cuore ..., se ancora esistono;
Beati gli operatori di pace ..., schiacciati da un conflitto senza frontiere;
Beati i perseguitati ..., per loro non ci sarà mai un approdo;
Beati voi quando vi insulteranno ... e vi condurranno al calvario!
È difficile parlare di Beatitudine in questo nostro mondo, dove la beatitudine/felicità rischia di confondersi con la soddisfazione dei desideri e dei bisogno. Saziati nella nostra fame, non aneliamo più, né alla felicità terrena come anche alla pienezza della gioia eterna.
Solo nella fede in Cristo le beatitudini ritornato alla loro verità originaria. Quando furono pronunciate dalle labbra di Cristo ... Quelle parole avevano un significato, un valore, perché erano per uomini e donne concrete; volti che hanno riempito il cuore del Signore; hanno commosso la sua umanità, hanno suscitato tenerezza e il desiderio di un amore gratuito e totale. Gesù non ha pronuncia parole che non potessero essere capite e riconosciute come vere: ed è la fede in Lui, che fa di quelle parole la possibile concretizzazione della felicità. La beatitudine non è un premio e nemmeno una promessa futura; si è beati quando Gesù accompagna la nostra povertà e la riempie di sé, della sua presenza; con Lui, allora posso anche piangere ma mai nell'abbandono;  posso essere mite, ma insieme a Gesù; posso avere fame e sete, ma il digiuno non sarà per sempre, ma verrà saziato dal suo corpo e dalla sua vita per me; posso sentirmi amato e amare di misericordia;  posso sperare ancora la purezza e bellezza del cuore come dono di grazia e di misericordia, posso seminare il germe della pace ad ogni passo del mio cammino. E sarò felice perché neppure chi mi perseguita potrà togliere la gioia che il Signore mi dona.

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