mercoledì 29 settembre 2021

Santi arcangeli, mistero e presenza oltre il tempo

Daniele 7,9-14 e Giovanni 1,47-51


Il profeta Daniele, così per come ci ritorna dall'omonimo libro, è un uomo di Dio, un uomo umile, di una fede viva unendo così realtà concreta ed eternità. In questo libro, cioè nella narrazione della sua vita che, troviamo un ottimo esempio di come camminare per fede, anche in mezzo alle prove più profonde. È in questa comprensione attraverso la fede che possiamo collocare anche tutte le profezie e visioni che ritraggono Dio come Il sovrano di tutta la storia. È Dio onnipotente, il vegliardo descritto in questa visione con i classici simboli che esprimono l'eternità (i capelli candidi), la trascendenza (la veste simile a neve), il controllo sull'universo (il fiume di fuoco) e la suprema maestà (il numero iperbolico dei suoi servitori). I capelli candidi e una spada di fuoco saranno ripresi anche, come immagini, nel libro dell'Apocalisse giovannea. La traduzione letterale dall'aramaico di "Antico di Giorni", termine che diverrà molto popolare;  l'Antico di Giorni avvia una sorta di giudizio universale, aprendo i "libri", cioè la conoscenza dell'intera storia umana. Quale è il senso di una profezia, di una visione? Non è mai una narrazione fantastica o una fiaba, la visione introduce in un mistero che sfugge alla realtà concreta, ma nello stesso tempo ne è parte. Come l'eternità di Dio sfugge nell'apparenza ma in verità sostiene tutto.


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