venerdì 16 novembre 2018

2 Giovanni 1,3-9 e Luca 17,26-37
Senza paura, ma saldi nella fede ... stiamo nel mondo

Arrivati in prossimità della fine dell'anno liturgico la liturgia della Parola propone i vangeli in chiave escatologica, essi pongono dei contenuti e delle visioni certamente non semplici o immediate. Quale è il senso di queste parole i Gesù? Credo sia quello di imprimere nei discepoli la consapevolezza che la sequela del maestro non è semplicemente una "fede morale". È estremamente facile ridurre tutta l'esperienza della fede alla "cristianità": contenuti, principi, tradizioni che ci riportano a Gesù, senza per altro generare in noi l'incontro con lui.
La lettura della Parola si pone di fronte a tutto quanto accade in questo nostro tempo, e come per altri tempi, ci conduce a prendere coscienza della fine del tempo e del fine del tempo; della manifestazione dell'anticristo e della mancata adesione fedele all'unico comandamento necessario, ricevuto, quello di vivere nell'amore di Dio e dei fratelli.
Fine e compimento rappresentano la fase conclusiva dell'esperienza della fede. Sono i cardini di una dinamica umana che comporta costantemente la maturazione del cammino di umanizzazione, ma anche di adesione al Signore. Sono lo sfondo in cui siamo chiamati a fare discernimento nello Spirito Santo: non una comprensione della realtà (seppur difficile e complessa), ma l'assunzione attraverso la realtà che ci è data, della piena volontà di Dio - Ecco signore io vengo per fare la tua volontà -.

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