martedì 13 novembre 2018

Tito 2,1-8.11-14 e Luca 17,7-10
Chi è fuori è fuori e chi è dentro ... è dento!

Il Vangelo di oggi risulta una provocazione alla radice dell'essere discepolo di Gesù, una provocazione che stride con la logica contrattualistica perbenista  e con l'ansia da prestazione che spesso viviamo nella comunità. "Mi impegno tanto, ho fatto questo e quest'altro ..." Come anche: "se non ci fissi io come farebbero mai? Fortuna che ci sono io a fare queste cose!"
Le parole del Vangelo vanno lette proprio come provocazioni per quelli che sono in cammino verso Gerusalemme. Arrivati, insieme a Gesù, non può più esserci spazio per una mentalità  ecclesiale troppo umana.  A Gerusalemme siamo condotti a scoprire, da una parte, un rapporto schiavo/servo con il padrone nella logica del servo/amico, del primo che è l'ultimo è il servo di tutti; dall'altra alla comprensione dell'essere a servizio gli uni degli altri, per essere dono gli uni agli altri della grazia di Dio.
Non è forse questa la comprensione paolina delle parole affidate a Tito? "Egli ha dato se stesso per noi ..." Questa prospettiva ci immette nelle conseguenze di essere toccati e serviti dal Maestro, dal Signore, dal Servo: "siamo dentro o fuori dalla grazia (dono e salvezza) che ci è affidata in Cristo?" Se siamo dentro, possiamo essere sua parte, suo popolo!

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