lunedì 19 novembre 2018

Apocalisse 1,1-5;2,1-5 e Luca 18,35-43
Il tempo infatti è vicino!

Iniziamo questa stamattina la lettura del libro dell'Apocalisse, questa volta impariamo a stare davanti a questa parola come se fosse proprio per ciascuno: "è una rivelazione di ciò che deve accadere fra breve; Dio ce la consegna perché noi siamo suoi servi."
Ed è proprio il rapporto, ciò che ci lega a Gesù che ci rende idonei a comprendere queste Parole, affinché custodendole impariamo a fare discernimento della realtà. Allora, alla luce della Parola impariamo a collocare la volontà di Dio non come un di più o qualcosa che sta fuori dalla vita quotidiana, ma come manifestazione a partire dalla realtà.
Il tempo è vicino! Il  kairos è prossimo ed è proprio questa intima vicinanza che interpella ciascuno nel riconoscere Gesù figlio di Davide, cioè messia, cioè colui che ci è stato inviato, dato! Interpella noi, come fossimo la comunità di Efeso, per suggerirci di ricordarci del "primo amore", di quando per la prima volta ci siamo lasciati affascinare da Lui! "Signore, che io veda di nuovo!"
Con le parole del cieco di Gerico, anche noi, per rimetterci in cammino, abbiamo bisogno di vedervi di nuovo, come la prima volta che lo abbiamo visto e riconosciuto come "Colui che Parla" e ci chiama a sé: "come il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra!

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