sabato 24 novembre 2018

Apocalisse 11,4-12 e Luca 20,27-40
DNA divino ...

Una immagine, quella dell'Apocalisse, non facilmente decifrabile, una immagine che suscita paura e nello stesso tempo angoscia: è la trascrizione di una immagine di ingiustizia, iniquità ... Il modo rifiuta e si ribella alla Parola del Padre, che è mandata per riportare ogni uomo nel cuore del Padre. Quella parola di vita che può condurre l'uomo alla verità viene sistematicamente rinnegata dal ragionamento di questo mondo. Non è semplicemente una difficoltà del nostro tempo, essa è una costante della storia umana. L'Apocalisse non descrive quindi i tempi della fine e neppure profetizza ciò che deve accadere; in realtà essa racconta la lotta tra il bene e il male, tra la vita e la morte, tra l'amore e il disprezzo, tra Dio e l'uomo. Racconta la difficile relazione tra Dio e la creatura, una difficoltà che nasce dalla fatica di essere umanamente figli e come tali, necessariamente riconoscere un Padre. Fintanto che ci ostiniamo nell'essere figli di questo mondo, ci ostiniamo a "generare" (prendono moglie e prendono marito) per perpetuare questo mondo; ma quando la Paola del Padre fa breccia di fronte alla nostra presunzione di dominio di questo mondo, solo allora ricordiamo la tenerezza di un Padre che ci ha già fatto figli della risurrezione, figli di Dio! La crisi della fede non è crisi dei principi o dei valori morali - che restano per certi versi ampiamente condivisibili -, ma è dimenticanza della risurrezione come parte del nostro DNA divino. DNA divino ... Se siamo figli di Dio, nostro Padre è il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe ...

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