mercoledì 21 novembre 2018

Apocalisse 4,1-11 e Luca 19,11-28
Davanti a tutti salì a Gerusalemme 

"Dette queste cose Gesù andava avanti salendo a Gerusalemme". Questa immagine riassume in sé la certezza che tutto ciò che precede questo momento è con Gesù nel suo andar a Gerusalemme, nel raggiungere il compimento.
Ciascuno di noi, appartiene alla storia della salvezza ed è con Gesù in questo avvicinamento alla pienezza che deriva dalla Risurrezione. Per Gesù salire a Gerusalemme ha un solo significato: dare compimento a tutta la volontà del Padre in piena libertà e offerta gratuita e totale di sé stesso, per la salvezza eterna di tutti gli uomini. Questo non è lo sfondo rispetto al quale si dispiega la nostra storia fatta di tradimenti, rifiuti, di affidamento di dieci mine, di conteggi di giuste e ingiuste amministrazioni delegate ... Tutto questo non ha come sfondo Gesù e la sua determinazione nel compiere la volontà di Dio; ma tutto quanto noi viviamo si radica in modo fecondo o sterile nel compimento della salvezza.
Non pensiamo che i nostri rifiuti rispetto al bene siano marginali rispetto alle scelte di carità; non pensiamo che il nostro accaparrarci i beni della terra a svantaggio dei poveri sia irrilevante nella manifestazione della giustizia; non pensiamo che la non accoglienza dello straniero non avrà implicazioni rispetto alla chiusura e sterilità di un "occidente" sempre più avaro e sconsolato, preoccupato più del dovuto della sua auto-sussistenza.
Salire a Gerusalemme è come presentarsi al trono di Dio (cfr Apocalisse 4,1-11), che è ora sceso sulla nostra terra, per cui ora la gloria (Dio amore) è accessibile come il frutto delle 10 monete d'oro.

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