mercoledì 7 novembre 2018

Filippesi 2,12-18 e Luca 14,25-33
Quando risplendiamo come astri nel mondo?

La comunità di Filippi, come la nostra, risplende della luce di Cristo; Paolo ne è talmente consapevole che esprime una evidenza: (cfr) "io offro me stesso come sacrificio che rende sacra la vostra fede nel Signore". È una esperienza particolare quella di Paolo; è l'esperienza di chi ha speso tutto si sé per generare la fede in quelle "persone" (persone di Filippi), e ora vede come la stessa fede della comunità rivela l'intimo legame che si è realizzato con e attraverso Cristo con Dio Padre. Paolo ora, può vantarsi davanti a Dio (può offrire) di come questa comunità "opera secondo il disegno della volontà di Dio".
Questa situazione, è realtà, non è un raccontare qualcosa che sarebbe bene che si realizzasse! Questa comunità è esistita e da qualche parte esiste anche oggi! Certamente qualcuno, animato dalla stessa passione di Paolo, sta seguendo Gesù con un desiderio pari a chi (cfr) "viene a Lui e ama il Signore, più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita ... come colui che porta la propria croce e va dietro a Cristo per essere suo discepolo".
È il desiderio, di Paolo, di essere discepolo del Signore e della comunità di Filippi di essere discepola del Signore che fa la differenza! Tutto sono stati disposti a offrire pur di essere discepoli di Gesù! La domanda sorge spontanea: "io voglio essere tuo discepolo, Signore?"

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