domenica 18 novembre 2018

Daniele 12,1-3 / Salmo 15 / Ebrei 10,11-18 / Marco 13,24-32
Nel compimento del tempo ...

Tutto è in cammino verso il suo compimento; questa idea accompagna la comprensione anche del nostro cammino personale di vita e di fede. Anche per noi arriva, imminente, il giorno della grande tribolazione, quando saranno sconvolti il cielo è la terra e la nostra vita si confronterà con la parola che non passa, cioè Gesù stesso!
(...)
Mi soffermo solo sulla povertà, considerando la giornata mondiale dei poveri che papa Francesco ci ha affidato.
Essere poveri, essere vicino ai poveri, condividere la povertà è parte della scelta di vita cristiana (forse lo abbiamo dimenticato) e si traduce nel ricercare e vivere la povertà di Gesù. Gesù pone attraverso se stesso una chiave di lettura secondo la povertà.
Esser poveri prima di tutto è una scelta che nasce nell'imitazione di Gesù: come Lui è stato povero.
(...)
Cristo è povero: egli si spoglia di tutto, di se stesso per accogliere la volontà del Padre e darsi ai fratelli. Questo è la vera povertà.
Non è sufficiente dare delle cose ... Riempi solo dei bisogni.
Non è sufficiente fare l'elemosina ... Lasci i poveri (gli altri) fuori dalla tua vita.
Non è sufficiente "confortare" ... Le nostre parole sono inadeguate, sempre.
Se pensiamo di confrontarci con la povertà in questo modo, non abbiamo cristianamente capito nulla!
Se Gesù è povero in senso pieno, chi sono i poveri?
Noi stessi dobbiamo diventare poveri, per poter incontrare la povertà degli altri, non per farli ricchi di cose ma per arricchirli di Dio, allora resteranno poveri per sempre, ma sempre ricchi del suo amore per loro.
Soccorrere gli indigenti, gli affiatati è una esperienza di confronto con la povertà che necessita del dare anche la fede, del contatto di Gesù povero con i poveri, altrimenti non si è Chiesa, ma si è una ONG di beneficenza.
Fare l'elemosina, non può essere una delega in bianco per contrastare la povertà, la mia elemosina deve accompagnare la mia persona a incontrare nella vita la povertà, a mettere in comunione la mia povertà con la povertà dei fratelli.
Consolare i poveri, non costa nulla! Cosa ci perdo! Ci perdo tutto perché le mie parole possono essere delle menzogne se non sgorgano dall'amore per la Parola di Gesù, dalla esperienza della sua povertà, dalla gratuità della mensa del suo corpo e sangue.
Ecco che la povertà ancor prima di essere un problema, sociale, economico e mondiale - e lo è - rappresenta una delle immagini della esperienza viva della Chiesa povera e spogliata di ogni vanità per essere ricca dell'amore del Padre. Gesù ci mostra tutto questo!
Ecco che la chiesa deve assolutamente essere povera e spogliata di tutto per poter mostrare e donate a tutti la sua ricchezza che mai si deve estinguere.
"Una volta i cristiani erano poveri e volevano una Chiesa ricca; oggi i cristiani sono ricchi e pretendono una Chiesa povera!" Caro Cardinal Biffi, avevi proprio ragione!

1 commento:

  1. Vi faccio tre domande:
    1) Vi pacerebbe essere poveri?
    2) Avete paura di diventarlo?
    3) Perché ne avete paura?
    Avete ascoltato il Vangelo, Bene!
    A me piace molto perché mi fa sorridere all'idea che Gesù torna e torna come uno che rientra dalle vacanze ... Si arriva e come dire, dopo le ferie si rientra e nessuno se ne accorge.
    Gesù arriva e cosa succede? Arriva oggi mentre stiamo parlando di povertà, dei poveri ...
    Allora ho pensato a questa storia per togliervi la paura della povertà e iniziare a pensare come Lui che è povero ...

    "Arrivo domani. Aspettatemi. Firmato: Gesù".
    Il messaggio mise in subbuglio tutto il paese. Il parroco, il sindaco, i notabili cominciarono a pensare a quello che avrebbero dovuto fare perché l'accoglienza del loro villaggio fosse veramente memorabile per il Figlio di Dio.
    Fecero un'inchiesta e conclusero che ogni famiglia avrebbe offerto a Gesù quanto aveva di più bello e prezioso. Sarebbe stato un evento indimenticabile e il villaggio avrebbe fatto una figura insuperabile.
    Il giorno dopo, sulla strada che porta al villaggio videro arrancare un povero, coperto di vestiti rattoppati, con le scarpe rotte e la barba lunga.
    "È Lui!" disse il parroco. "Riconosco il suo stile! Immaginavo che si sarebbe travestito da povero".
    "È vero! È vero!" gridarono tutti.
    E si affollarono intorno al povero porgendo i loro preziosi regali, facendo a gara ciascuno a magnificare il proprio. Con un'aria sinceramente sorpresa, l'uomo infilava tutto sul carro con cavallo che il sindaco in persona gli aveva omaggiato. Alla fine, il povero ringraziò, benedisse tutti e partì con il suo carro. La gente del paese tirò un sospiro di sollievo: avevano fatto una magnifica figura. Da far invidia agli angeli, precisò il parroco.
    Verso sera, però, arrivò Gesù.
    "Chiedo scusa per il ritardo" disse. "Mi hanno trattenuto alcuni impegni...". "Ma sei proprio Gesù!" esclamò il parroco, interdetto. "Allora... Quell'uomo...". "Era un impostore! Si è preso la nostra roba!" strillarono dalla folla
    "Inseguiamolo!". Partirono tutti di corsa per riprendersi i loro regali, le loro preziose proprietà.
    E Gesù, come al solito, rimase solo, in mezzo alla piazza deserta.

    Troppe volte le cose materiali ingoiano la bellezza e la forza di quelle spirituali e la ricchezza finisce per oscurare Dio e uccidere la vita spirituale.
    Gesù non fa mai sconti e ci mette, come sempre, davanti ad una scelta decisiva.
    L'alternativa di questa domenica è di quelle scottanti ... Se ho paura della povertà ho paura di Gesù povero!

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