giovedì 8 novembre 2018

Filippesi 3,3-8 e Luca 15,1-10
Conversione: mi interessa Cristo!

Cristo è il mio interesse; Cristo è il mio guadagno!
Quando mai ho desiderato realmente conoscere il Signore? Cosa vuol poi dire questo conoscere? Significa studiare teologia? Leggere e rileggere i vangeli? Essere obbediente ai comandamenti? Paolo nella lettera ai Filippesi ci racconta un po' della sua storia giovanile, di quando tutto di sé era impegnato nella "conoscenza" di Dio: "circonciso all’età di otto giorni, della stirpe d’Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo figlio di Ebrei; quanto alla Legge, fariseo; quanto allo zelo, persecutore della Chiesa; quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della Legge, irreprensibile"; questo era il suo modo di conoscere Dio! Ma tutto ciò su cui aveva riposto certezze e sicurezze, tutto ha "voluto" perdere per poter conoscere il Signore. Ha voluto, perché ha dovuto!
La conversione è una trasformazione radicale della moralità, preceduta da una conoscenza che occupa lo spazio dei propri desideri e interessi.
Occupa i desideri, perché è un incontro provocante: il Signore non è passività ma scuote la pigrizia; il Signore ti cerca per tutta la casa; ti scova dai tuoi nascondigli e luogo di "perdizione"; ti porta sulle sue spalle per stare con te ...
Diventa il tuo interesse: orienta la tua ricerca e il compimento dell'essere e dell'agire, ma è anche il frutto, il ricavo, il guadagno. Questo interesse riflette il grande guadagno della conoscenza di Cristo: "Anzi, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore". Ecco che la conversione è veramente tale e non moralismo, quando è relazione intima con Gesù.

Nessun commento:

Posta un commento