giovedì 29 novembre 2018

Apocalisse 18,1-2.21-23; 19,1-3.9 e Luca 21,20-28
Attenzione! (Scusate, ma oggi la meditazione è impegnativa ...)

Occorre fare attenzione per non correre il rischio di capire fischi per fiaschi!
Non lasciamoci prendere dall'ansia di saper se i segni descritti corrispondono agli eventi del nostro tempo.
Come ho già più volte detto, il linguaggio apocalittico ed escatologico è fatto di immagini che dipingono e traducono un genere letterario che non ci appartiene più, è un linguaggio difficile per noi che viviamo in una epoca in cui la virtualità è capace di affermare vera l'irrealtà.
Innanzi tutto il Vangelo di Luca testimonia un fatto non una fantasia virtuale: l'assedio e la caduta di Gerusalemme ad opera dei romani nel 66 dC. Un fatto accaduto, di cui descrive la crudeltà e la drammaticità con le parole e me immagini che da sempre accompagnano e descrivono le ripetute cadute della città Santa. La domanda che si intravede è: perché tutto questo accade? Perché la città di Dio è persa? La risposta è: la causa di tutto è il male e le nostre scelte di male. Il male distrugge ... La caduta di Gerusalemme non è una condanna, un giudizio, ma diviene una immagine della conseguenza del male che distrugge. Ma la radicalità di questa lotta, non è annunciata solo da Luca (storico) nel suo vangelo, le immagini apocalittiche attribuite a Gesù, sono anticipate da Marco 15/20 anni prima della caduta di Gerusalemme. Questa lotta è parte della storia umana e trova nella stessa vicenda di Gesù la sua fine. La lotta tra bene e male, tra vita e morte, trova il suo epilogo nella morte e risurrezione del Signore. È questa la "pietra come macina da mulino" che scagliata nell'universo rappresenta il compimento del Giudizio di Dio (confronta il testo di Apocalisse di oggi).
Ma attenzione, il brano della Apocalisse di oggi, nel suo genere cosi pittoresco, descrive una liturgia celestiale, in cui l'immagine estrema è la mensa eucaristica la festa delle nozze dello sposo che è giunto; ecco la festa a cui i figli di Dio sono accreditati: "Beati gli invitati al banchetto di nozze dell’Agnello!" È questo l'evento di connessione, il segno sacramentale della salvezza.

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