martedì 6 novembre 2018

Filippesi 2,5-11 e Luca 14,15-24
Svuotare noi stessi

Per molto tempo mi sono chiesto cosa significasse avere gli stessi sentimenti di Gesù, e per molto ho pensato che si intendesse una conformazione della nostra umanità alla sua, dei nostri moti interiori ai suoi ... quindi: mitezza, umiltà, gratuità ecc...
Ora leggendo ancora - non dico bene, ma ancora - mi sembra che il sentimento di Gesù sia il suo desiderio di lasciarsi riempire da Dio, dalla sua volontà! Per fare questo Gesù ha fatto spazio al Padre, ha dovuto svuotare se stesso per riempirsi di quella misericordia e amore per l'umanità che è causa del "donare anche suo figlio". Svuotare sé stesso per essere dono, dono con la sua stessa vita! Fintanto che non lasciamo spazio a Dio in noi, non riusciremo mai a essere dono per i fratelli!
Ecco che in questo svuotare noi stessi si genera la beatitudine del Vangelo: "Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!"
Prendere cibo è fare la volontà di Dio, ma questa si fa se gli si lascia posto; se non si è riempito tutto, comprando "campi, buoi e mogli ..." il mondo intero! (... e ne saremmo anche capaci) Se riempiamo tutto quale spazio resta?
Fare spazio al mondo di Dio Padre, è lo sguardo a ciò che è attorno, "al contorno" di una umanità che è costantemente ferita e umiliata: poveri, ciechi, zoppi, storpi ... Per quanto è faticoso, perché, per stare per le strade di questo mondo, occorre continuamente svuotarsi e riempirsi di Dio.

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