domenica 30 dicembre 2018

1 Samuele 1,20-28 / Salmo 83 / 1 Giocanni 3,1-2.21-24 / Luca 2,41-52 
Stava loro sottomesso ...

Una pagina, quella del Vangelo, dove con lo stile sobrio, attento e discreto, di Luca, ci è data una immagine della famiglia di Giuseppe e Maria alle prese con un adolescente che, come tutti gli adolescenti, è capace di generare non pochi turbamenti, ansie e scontri.
Fare famiglia, educare un figlio ... Non certo cose facili per una giovane coppia, neanche per Giuseppe e Maria. Per sostenere la scelta di Giuseppe, l'evangelista Luca mette in campo un sogno e un angelo a rivelare che in quella scelta si sarebbe manifestata la volontà di salvezza di Dio. Ma non è certamente stato facile neppure per Maria: come giustificarsi di fronte a Giuseppe, e come comportarsi rispetto alle convenzioni sociali di un piccolo paese di pastori dell'alta Galilea. 
Ma è proprio nella quotidianità di una vita insieme, accompagnata dalla presenza di Dio "il segreto" della famiglia di Nazareth. Credo che Maria e Giuseppe superato il turbamento iniziale abbiano deciso di prendere sul serio il loro cammino di santità, attraverso l'esperienza del loro essere copia, di essere padre e madre.
Prendere sul serio il loro cammino di santità ... Questo è il segreto di una famiglia cristiana che non si fa da sola, ma che si sostiene con i doni della grazia di Dio e che lotta contro i peccati, i limiti, le fragilità.
Una santità declinata nelle vicende di ogni giorno ... Per cui, quel salire ogni anno a Gerusalemme, dice ben di più di un semplice o importante e tradizionale pellegrinaggio. Esprime una piena sintonia con una presenza di Dio, che nei comandamenti e nella legge poneva il germe della felicità; una  presenza che di per sé era benedizione di Yhwh.
Ciò che accade a Gerusalemme non credo sia stato un caso isolato in quegli anni nelle vicende della famiglia di Giuseppe e Maria. Come contemperare l'imprevedibilità di un adolescente e quella illuminata arroganza (certe esternazioni di Gesù, avrebbero giustamente meritato una punizione) con la pazienza di colei che custodiva nel cuore e accompagnava la crescita umana e di fede del figlio di Dio. Educare il figlio di Dio, mica roba facile da fare. Noi lo diamo per scontato ... Ma se toccasse a noi? Ma in verità tocca proprio a noi partire da Giuseppe e Maria per ridirci che:
- La Famiglia è ancora attuale non è superata: di fronte al tentativo di disgregazione della famiglia in atto nel mondo occidentale: separazioni; divorzio; convivente; unioni di fatto ... Il panorama è di una fluidità tale che pensare la famiglia come stabilità e indissolubilità di vincoli che generati nell'amore costituiscono il fondamento della vita e delle relazioni di un gruppo determinato,  sembra proprio parlare di realtà vecchie e quasi andare alla preistoria della evoluzione umana.
Nel nostro mondo parlare di famiglia sembra quasi affermare una esperienza contraria alla libertà (mi devo imporre una limitazione alle relazioni, alle possibilità di scelta) e alla possibilità di felicità ... Quanti sacrifici occorre fare per il coniuge, per i figli, per il lavoro ecc ...
Ma è possibile che indifferenza, la disgregazione sociale, il mancato sostegno che si respira sia proprio il frutto di questa deriva dei valori legati alla famiglia?
Un cristiano allora, sa riconoscere nella famiglia oltre che il fondamento maturale, il dono di grazia che è lo spazio della santità ordinaria che si esprime anche "nell'ordinario quotidiano lavaggio dei piatti". Questo significa che distrugge la famiglia, deformarla, spogliarla della sua identità, ha inevitabilmente delle ricadute rispetto alla nostra natura umana e anche rispetto alla dimensione sacrale della vita.
- Il ruolo educativo della famiglia è in ordine alla dimensione umana e della fede: (stava a loro sottomesso).  La Madonna e san Giuseppe insegnano ad accogliere i figli come dono di Dio, a generarli e educarli cooperando in modo meraviglioso all’opera del Creatore e donando al mondo, in ogni bambino, un nuovo sorriso.
Dalla pagina del Vangelo emerge la fatica e l'impegno a educare i figli. Un Gesù adolescente, inquieto, il figlio di Dio, pure lui ha dato filo da torcere ai genitori. La pazienza di fare crescere, senza riversare inutili attese e aspettative; la forza di ricondurre all'obbedienza, non per coercizione, ma per ragionevolezza di fronte allo sragionare compulsivo di chi è giovanissimo; tutto questo esplicita il cammino di vita cristiana, ed è occasione di contemplazione e del mistero di Dio nella vita.
- La famiglia deve riscoprirsi ed esser spazio di fede e di amore: (Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.). È nella famiglia unita che i figli portano a maturazione la loro esistenza, vivendo l’esperienza significativa ed efficace dell’amore gratuito, della tenerezza, del rispetto reciproco, della mutua comprensione, del perdono e della gioia. O ci sono troppi figli feriti, dalle ferite degli adulti e dei genitori, che si sono rivelati inadeguati al ruolo di generare la famiglia e di essere genitori. Adulti, vittime di una realtà sociale e di un mondo che spesso li ha ingannati. Tante situazioni possono aiutare a gestire le difficoltà, ma la medicina per curare le ferite è l'amore che si genera nei vincoli di sangue, quei vincoli che nascono nell'amore tra un uomo e una donna.
Rinnoviamo il segno della "luce della Sacra Famiglia"! Possa essa generare un clima di vera vicinanza tra le famiglie e alle famiglie; solo la fede e solo il Signore possono aiutarci in questo percorso di vera riscoperta umana di ciò che è bello seppur fragile: la famiglia.

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