mercoledì 5 dicembre 2018

Isaia 25,6-10 e Matteo 15,29-39
Dio c'è!

Questa scritta, che in molti abbiamo visto tracciata con vernici spray sui cartelli stradali, annuncia in modo nascosto la presenza nelle vicinanze di ben altro Dio, ma oggi mi serve per affermare un concetto, credo importante per il nostro Avvento.
Il nostro Tempo Forte non è un tunnel scavato bella pochezza umana che sbucherà il 25 dicembre meravigliosamente, davanti al bambino nella grotta di Betlemme.
L'avvento è un itinerario di ricoperta di Dio che è in cerca di ogni uomo. È possibile pensare un Dio non relegato sul "Santo Monte", un Dio quasi separato della nostra inadeguatezza? È possibile pensare a Dio come colui che ci cerca a partire dal nostro vissuto per cui non fugge di fronte anche al dramma della nostra quotidianità?
Dio c'è anche per chi lo nega o è indifferente; Dio c'è anche in chi si è lasciato accecare dall'odio; Dio c'è anche per chi usa prepotenza; Dio c'è anche per chi vive costantemente nel peccato; Dio c'è anche per chi tratta gli altri come oggetti; Dio c'è anche per chi si scopre affetto dal cancro; Dio c'è anche per chi nasce con deformazioni e menomazioni; Dio c'è anche per chi è leso da incidenti stradali; Dio c'è anche per chi subisce infortuni sul lavoro; Dio c'è anche per gli ammalati di cuore; Dio c'è anche per chi soffre la fame e la sete; Dio c'è anche per chi è vittima di terremoti e di alluvioni; Dio c'è anche per chi non ha casa; Dio c'è anche per chi è senza lavoro; Dio c'è anche per chi vive il dramma della guerra; Dio c'è anche per i tossicodipendenti e gli alcolizzati; Dio c'è anche per i tanti poveri ed emarginati; Dio c'è anche per gli sfrattati; Dio c'è anche per le vittime di violenza e di imbroglio; Dio c'è anche per chi, per debolezza, entra nel giro del male ... "In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì ..."
La guarigione passa attraverso la sua presenza che non si allontana da noi e si dona e rinnova nel segno del pane. Quel pane condiviso toglie la fame, la nostra inadeguatezza, il velo di iniquità che copre il nostro volto.

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