mercoledì 12 dicembre 2018

Isaia 40,25-31 e Matteo 11,28-30
Solo Lui è la nostra forza!

"... ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi".
A queste parole di Isaia: mettere ali, correre, camminare ... fanno eco le parole di Gesù del Vangelo di Matteo.
Fanno risonanza perché traducono il senso dello "sperare nel Signore" proprio quando la vita si rivela come prova, crisi, delusione, affanno e angoscia. Sperare non può essere semplicemente attendere che tutto passi, e arrivi la "desiderata consolazione"! La Speranza si dipinge come azione esplicita del Signore: "io vi ristorerò"! Io sono la vostra pace, la vostra consolazione, la vostra meta, la vostra ricompensa ...
"Riposare noi, in Lui": facile quando la vita sorride, meno facile quando la vita sono lacrime e fatica. Ma di fronte a tante difficoltà Gesù chiede di metterci alla sua scuola ... La forza non viene da noi stessi, la forza è il frutto della Sua misericordia della sua compassione che porta sempre Gesù a caricarsi le fatiche di ogni uomo e donna semplicemente per loro amore. La Preghiera di richiesta, diventa: "Gesù, non riesco più da solo, ho toccato il fondo del mio limite, sii tu a farti carico di questo peso così grande!"
Non è forse questo atteggiamento la mitezza e l'umiltà che il Signore insegna con la sua stessa vita. Imparare da Lui non è forse accostarsi alla sua "mitezza e umiltà", cioè lasciare che la sua presenza ci accompagni, si accosti a noi, in modo da poter trovare  nel suo agire estremo la nostra pace. Non si reagisce con la forza delle decisioni, o la tenacia perseverante delle azioni; di fronte alla fatica che ci opprime ogni giorno reagiamo affidando a Gesù il nostro peso (giogo), che quando è divenuto il suo, diviene per noi dolce e leggero.

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