domenica 2 dicembre 2018

Geremia 33,14-16 / Salmo 24 / 1 Tessalonicesi 3,12-4,2 / Luca 21,25-28.34-36
Sveglia è tempo di capire (Discernimento)

Ci siamo di nuovo è tempo di avvento, di attesa di preparazione al Natale, tutto è già orientato a questo evento che ha ancora tutto il fascino ... del primo Natale ...
Ma di che cosa stiamo parlando? Fascino di cosa? Di quale primo Natale ...
Tutto è proiettato nel conoscere il Signor Regalo e la Signora Festa. Renne, slitte, piccoli elfi e babbi Natale la fanno alla grande da padroni ... La fantasia e la finzione vincono la realtà ... Troppo cruda, troppo vera ... Sembra che abbiamo bisogno di illuderci con ciò che è finto ... Ma finto molto!
Tutto è commerciale, tutto è regali, tutto è consumismo, tutto è tutto tranne che Gesù!
Si sono impadroniti del Natale del Signore, oggi ancor più di ieri, con estrema disinvoltura e soprattutto con cinico calcolo ideologico;  con un gesto di superbia hanno cancellando Gesù, sfrattandolo dalla sua dimora con gli uomini, rendendolo un profugo rispetto al cuore di ciascuno di noi ... ed è proprio nel profugo e nel suo destino di scartato che oggi il Signore dimora ... 
Ecco perché è difficile anche per noi credenti vivere il tempo di avvento come preparazione al Natale, perché ci hanno privato del contenuto lasciandoci un contenitore senza anima, volto e amore.
Dobbiamo recuperare noi stessi, dobbiamo prepararci al Natale in questo tempo di avvento! Non possiamo lasciare che tutto sia solo apparenza e distrazione.
Occorre attenzione, ascolto e discernimento!
Ecco tre parola che possono rappresentare un progetto, un cammino, una illuminazione un momento di crescita personale e comunitaria. (Leggi la storia nei commenti ...)
In queste settimane facciamo un poco di attenzione a Lui, in realtà queste giornate sono lo spazio in cui lui ci sta geo-localizzando ci sta cercando ...  Smettiamo di dire che siamo in attesa di lui se non è vero, accettiamo piuttosto che ancora una volta l'iniziativa è la sua e Lui ci sta cercando per essere per stare con noi ... A noi il lasciarci trovare!
Lasciamoci trovate attraverso il silenzio che ci porta a Lui, non dobbiamo avere paura di cercarlo nel silenzio ... Veniamo ogni giorno a trovarlo qui in Chiesa davanti al tabernacolo, per imparare di nuovo a stare con lui, se no, non ci convertiremo mai ... E saremo sempre illusi di noi stessi ....
Facciamo ascolto per scoprire le radici della nostra fede, magari ci accorgeremo di avere una fede piccola, fragile, bigotta, falsa, sterile, inutile, feconda, gioiosa ecc...
Ma se non ascolto a mia fede dov'è si genera, dove riprende vigore! Non sapete che la Fede si alimenta dell'ascolto della sua parola ... In questi giorni perché non raccoglie la sfida che il Signore vi fa di mettersi in ascolto quotidiano della sua parola ... Quella parola che ogni giorno la Santa Messa propone? Lasciamoci coinvolgere nell'ascolto per essere condotti dallo Spirito nel cuore di Gesù.
Chiediamo il dono di comprendere con la fede il nostro agire, il nostro tempo, i nostri desideri.
Quest'anno il nostro potrebbe essere il Natale in cui chiedere il dono del discernimento.
Che non è un giochino di interpretazione di fondi del caffè ... O lo sguardo al cielo nel tentativo di interpretare le stelle per capire il senso della nostra vita.
Il discernimento è lo sguardo al cielo, nel mistero di Dio (attenzione a Lui e ascolto) ma con lo stupore di sapersi accanto a Gesù qui sulla terra. Discernimento della volontà di Dio è essere nella realtà che ci è data. Essere dentro alle vicende che sto vivendo; belle o meno belle, coinvolgenti o limitanti, con i miei doni e le mie inadeguatezze e accorgermi che Gesù è accanto a me perché non viva nessuna esperienza solo per me stesso ma nel compimento della volonta di Dio ...
Quella stessa volontà che ha donato nel tempo il Signore nato a Betlemme più di 2000 anni fa ... Questo avvento può, e deve essere per noi credenti, un tempo fecondo!

1 commento:

  1. Un giorno, in parrocchia, al parroco arrivò un messaggio in WhatsApp direttamente dal Paradiso. «Questa sera verrò a farvi visita. Gesù».
    Il parroco suonò le campane e si affrettò ad annunciarlo a tutti e la gente arrivò in massa per vederlo.
    Tutti si aspettavano da Gesù una bella predica, ma egli si limitò a sorridere al momento delle presentazioni e disse: «Buonasera».
    Erano tutti disposti a ospitarlo per la notte, soprattutto il parroco, ma egli rifiutò gentilmente l’invito e disse che avrebbe trascorso la notte in chiesa.
    Cosa che tutti approvarono. Egli se ne andò senza far rumore l’indomani mattina presto, prima che venissero aperte le porte della chiesa.
    Quando al mattino tornarono, il parroco e gli altri, scoprirono che la chiesa era stata oggetto di atti di vandalismo.
    Dovunque sulle pareti era scarabocchiata una parola. Sempre la stessa: "attenzione".
    Non un solo angolo era stato risparmiato: le porte, le finestre, le colonne, il pulpito, l’altare, persino la Bibbia che stava sul leggio. Attenzione.
    Incisa a grandi e piccole lettere, con i pennarelli, a penna, con lo spray e dipinta in tutti i colori possibili. Dovunque l’occhio si posasse, si potevano scorgere le parole: «Attenzione, attenzione, attenzione, attenzione, attenzione, attenzione...».

    Quando fu vicino alla città, Gesù la guardò e si mise a piangere per lei.
    Diceva: «Gerusalemme, se tu sapessi, almeno oggi, quel che occorre alla tua pace! Ma non riesci a vederlo!» (Luca 19,41-42).
    Gesù piange sul nostro mondo.
    Piange sulla Palestina, l’Indonesia, l’Iraq, l’Italia ...
    Piange sui nostri paesi dove regnano l’indifferenza, l’ingiustizia, la violenza.
    Piange su tutti quelli che vanno in chiesa, ma pensano ad altro...

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