domenica 17 maggio 2020

At 8,5-8.14-17; Sal 65; 1 Pt 3,15-18; Giovanni 14,15-21
"... io Ti abbraccio e tutto mi unisco a Te ..."

 In questi mesi abbiamo recitato nel momento della comunione la preghiera per ricevere Spiritualmente Gesù ... a pensaci bene è stato un atto di fede ancora più grande di credere Gesù presente nel pane e nel vino.
Gli abbiamo detto ... “Ti abbraccio e tutto mi unisco a te” ...
Parole che se siamo sinceri diremo solo alla persona che amiamo.
Non sono una formula magica e neppure un sentimentalismo religioso ... Sono una affermazione di amore al figlio di Dio: Signore ti amo! È questo che Gesù vuole suscitare in noi oggi, in queste parole del Vangelo!
Ciò che è strano da capire è che, di fronte alla nostra superficialità e al formalismo col quale per anni ci siamo accostati all'Eucaristia, oggi Lui ha risposto nella lontananza, nel desiderio più profondo e vero di noi stessi, affinché Lui possa incarnarsi e inverarsi nella realtà che viviamo.
Cosa significa per me oggi, per me discepolo di Gesù, amarlo? Cosa vuol dire osservare i suoi comandamenti?
Come fare esperienza del Paraclito, e cosa significa che rimane con noi sempre?
Partiamo da un dato oggettivo: molti di noi pensano di essere cristiani perché osservano dei comandamenti, perché vanno a messa alla domenica, perché sono stati battezzati, ma forse, dico forse, si sono dimenticati della cosa più importante: il cristiano è colui che ama Gesù, e che soprattutto si sente amato da Gesù.
Quindi, come lo amiamo? Come sono io, come è la mia vita che ama Gesù; come è la mia umanità amando Gesù?
Leggendo il Vangelo passiamo subito dal "se mi amate” …  “all'ora osserverete i miei comandamenti".
Ma attenzione tra le due situazioni, in mezzo ci sta una "cosa": il nostro amore per Lui; perchè se non amiamo, non osserviamo proprio un bel niente.
Quando Gesù chiede se lo amiamo, non ha la pretesa che viviamo la stessa tensione di amore ... mentre noi siamo la pretesa di essere amati; questa pretesa esprime sia il desiderio di consumare amore, come pure la necessità di sentirci amati ...
Quel “se lo amiamo” … è una domanda che prima di tutto interpella ciascuno sul come ci lasciamo plasmare dal suo amore e come siamo fedeli all'amore che doniamo.
È una domanda che vuole smuovere Il nostro bisogno di amore e di amare ... Che spesso tradisce in noi un bisogno di consumare l’amore dato e ricevuto.
Nelle parole di Gesù, si intuisce una condizione nuova ... Quel "se amate me" non dice il desiderio di Gesù di consumare il nostro amore per lui, ma interpella il nostro cuore, il nostro amore … perché amare Gesù e amare come Gesù, non ci è così connaturale.
La nostra umanità, ferita e limitata, deforma la possibilità dell'amore traducendolo spesso in uno scambio in una compensazione.
Ma cosa significa amare Gesù?
Siamo disposti ad amare Gesù? Siamo disposti a lasciarci provocare dall'amore per Lui e a metterci alla scuola dell'amore di Lui e del prossimo, dando senso alla "impulsività", per una concretezza dell'esserci per l'altro e anche per Lui.
Amare Gesù significa provare un sentimento di intimità per lui, scoprire una simpatia che ci corrisponde; desiderare di Lui per ciò che rappresenta; sentire le sue parole come quelle di un amico. Si ama Gesù a partire dalla nostra sensibilità capace di esprimere amore e non da una conoscenza del catechismo … Allora, riscopriremo anche i comandamenti come il cammino dell'amore e non come un obbligo della legge; ma la vera occasione per modellare, formare ed educare la nostra umanità.

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