mercoledì 13 maggio 2020

Atti 15,1-6 e Giovanni 15,1-8
Memoria della N.S. di Fatima
Diventare suoi discepoli!

Iniziamo oggi la lettura del capitolo quindicesimo di Giovanni, il discorso della appartenenza, del legame tra vite e tralci. Ciò che mi sollecita oggi è la situazione ambigua, nella quale sono posti i suoi discepoli, a quelli che lo hanno seguito dalla Galilea, a loro Gesù dice: "Diventerete miei discepoli!"
Ma perché questa sottolineatura rivolta a chi è già discepolo. Forse perché il discepolato lo consideriamo uno status di vita, una competenza acquisita a seguito di una esperienza prolungata di apprendistato?
Credo che Gesù abbia voluto accendere nei suoi amici una idea più profonda riguardo alla sequela. Seguire il maestro, essere suoi discepoli non si identifica semplicemente con l'agire morale o una forma di affiliazione. Il cuore del  discepolato è in queste parole: "Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto ...".Diventare discepoli è "una roba" di ogni istante della vita insieme a Gesù! L''immagine del tralcio e della vita, sostiene la condizione esistenziale della relazione profonda e libera che Gesù offre a chiunque vuole essere suo amico. Da quella relazione si sprigiona il rapporto di appartenenza; un rapporto interattivo, non unidirezionale; coinvolgente e trasformante. Tale appartenenza non si fonda sulla suggestione, o sulla buona volontà, come ancor meno sui sentimenti volubili del cuore umano; ma sulla radicalità essenziale della Parola del Signore. La Parola genera e alimenta la relazione di appartenenza. Custodire questa relazione, supera ogni attività conservativa per proiettarci nella gioia di dare compimento alla vita: già questi sono i frutti ...

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