sabato 16 maggio 2020

Atti 16,1-10 e Giovanni 15,18-21
Noi e il mondo ...

Dio ha tanto amato il mondo da donare il proprio Figlio per salvarlo, eppure, il modo non lo ha riconosciuto e lo ha rigettato. In questa sintesi delle parole del Vangelo di Giovanni sta il mistero che caratterizza il rapporto tra Dio e il mondo. Un rapporto che non è di odio, non è ribellione ... ma è di peccato! Ciò che rende il mondo incapace di lasciarsi amare da Dio, dal Suo creatore è semplicemente il peccato del mondo, per il quale l'Agnello di Dio, offre se stesso, come amore eterno, e fino alla fine. Solo questo amore riempie la drammatica distanza tra Dio e l'uomo. Solo un amore eterno vince la conseguenza del peccato, che come un virus logora la vita, trasformando la relazione di amore in sospetto; la comunione in distanza; il prendersi cura in autosufficienza e indifferenza.
Ecco che essere discepoli nel mondo significa essere parte del mistero di amore, lo stesso amore di Dio Padre per il Figlio, lo stesso amore che si offre e si sacrifica nel modo e per il modo. Essere parte di questo amore divino per cuscino di noi significa amare questo mondo pur nell'esperienza di un mondo che sarà ugualmente lontano, indifferente fino anche all'odio e al rigetto. Siamo scelti dal mondo per essere come Gesù inviati nel mondo ... Non per essere dal mondo gratificati perché lo amiamo, ma per dare al mondo conferma e certezza dell'amore e della tenerezza di Dio.

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