venerdì 15 maggio 2020

Atti 15,22-31 e Giovanni 15,12-17
La nostra missione è amare

Questo capitolo quindici di Giovanni è straordinario, squarcia il tempo, e sempre rinnova l'unico comandamento che Gesù ha lasciato ai suoi discepoli (amici) prima della sua passione: "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi".
Con queste parole andiamo ben oltre la semplice imitazione del maestro. Comprendere l'amore di Gesù per ciascuno di noi è il percorso di tutta la vita. Soprattutto se ammettiamo quanta fatica facciamo a corrispondere alle esigenze dell'amore. Come è poco semplice amare ... E anche se sono cristiano, non è così facile amare; ma non come insegna Gesù; non è facile amare anche solo istintivamente e come la mia umanità mi porta a esprimere l'amore. Eppure Gesù conosce come sono; che sono istintivo, che faccio delle differenze; che corrispondo più facilmente all'amore ricevuto". Ma amarci come lui ci ha amato chiede di fare nostra la sua esperienza di amore: 
- il suo amarci è oltre, supera l’emozione;
- il suo amarci ha un costo per ciascuno, chiede conversione;
- il suo amarci è anche sacrificio, cioè rende sacro ciò che ama.
Gesù mi ha amato mentre era appeso in croce. Mi ha amato quando i suoi discepoli (amici), tutti, lo hanno abbandonato. Mi ha amato senza condizioni, sperando che il suo amore convertisse il mio cuore.
Rileggendo queste parole del Vangelo, mi ripeto con insistenza che essere suoi amici significa essere da lui amati per cui: "non vi chiamò più servi ma amati, e gli amati sono tra loro amici alla "pari". 

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