venerdì 2 aprile 2021

Ai piedi della croce

Isaia 52,13-53,12 e Giovanni 18,1-19,42 - venerdì Santo

Questo venerdì santo l'immagine di Gesù spogliato delle vesti attira il mio sguardo, e anche la mia sensibilità. Ancora una volta Gesù si spoglia delle vesti. "I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così".
Nella "cena", Gesù, di sua iniziativa si spoglia di fronte a noi, si avvicina nell'umiltà alla nostra condizione, anzi, anche se noi rimaniamo vestiti, Lui non ha timore, neppure vergogna o pudore di spogliarsi per compiere quel gesto di amore che è quella "la tenerezza" espressa nel lavare i piedi ai didici ... Egli lava oggi, i nostri piedi, la nostra fragilità, le nostre inadeguatezze e fatiche, i nostri peccati.
Arrivato sul Golgota, a Gesù neppure è concesso il tempo di spogliarsi delle sue vesti, ma in una accelerazione del tempo, un atto violento dell'uomo, quasi vuole togliere con istinto di rapina, quelle vesti che ricoprono non la fragile natura dell'umano, ma la gloria del Figlio di Dio. Sul Golgota prima di crocifiggere il Re, abbiamo cercato di appropriarci della sua veste, quella che ricopriva la visione della gloria. Ci siamo appropriati della veste, ci siamo accontentati della rapina, ma non abbiamo contemplato la sua gloria.
Ora il Re è nudo ... Ma quella nudità non ci suscita nulla, nemmeno pietà ...
È strana la nostra umanità ... Volevano essere come Dio e quando potremmo vederlo al vero, nudo nelle nostre mani, abbiamo scoperto che il nostro cuore ne è incapace.
"Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito".
Lasciamo ai piedi della Croce, in questo Venerdì Santo, la nostra stanchezza, paure, la tristezza che a volte serpeggia per l’indurimento del nostro cuore, gli scoraggiamenti e la volontà di tirare i remi in barca. Fissiamo lo sguardo a colui che è trafitto, e dove Gesù oggi è crocifisso e trafitto.


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