domenica 4 aprile 2021

Artigiani del risorto!

At 10,34a.37-43; Sal 117; Col 3,1-4; Gv 20,1-9 (Lc 24,14-35) - Solennità della Pasqua


Questa notte, nella Santa Veglia e Messa della Resurrezione a San Pietro, il papa ha detto nell'omelia: " Eppure, pur stando sempre con Lui, non lo hanno compreso fino in fondo, spesso hanno frainteso le sue parole e davanti alla croce sono scappati, lasciandolo solo. Malgrado questo fallimento, il Signore Risorto si presenta come Colui che, ancora una volta, li precede in Galilea; li precede, cioè sta davanti a loro. Li chiama e li richiama a seguirlo, senza mai stancarsi. Il Risorto sta dicendo loro: “Ripartiamo da dove abbiamo iniziato. Ricominciamo. Vi voglio nuovamente con me, nonostante e oltre tutti i fallimenti”. In questa Galilea impariamo lo stupore dell’amore infinito del Signore, che traccia sentieri nuovi dentro le strade delle nostre sconfitte. E così è il Signore: traccia sentieri nuovi dentro le strade delle nostre sconfitte. Lui è così e ci invita in Galilea per fare questo".
Oggi allora, "Ripartiamo da dove abbiamo iniziato. Ricominciamo!"
Ripartiamo da tutti i nostri fallimenti, lì troveremo il Signore Risorto che ci attende, per condurci ancora su quella strada della vita che forse sarà anche faticosa, ma non la faremo mai da soli. La certezza che Lui ci accompagna, non dovrà mai allontanarsi da noi.
Questa mattina siamo corsi anche noi al sepolcro, forse con la speranza di vedere il Signore, di vedere il suo corpo, come quelle donne all'alba, quando ancora era buio.
Abbiamo cercato Gesù nella liturgia della notte, nei segni sacri e nei riti; lo abbiamo scrutato nelle persone; rincorso nei nostri ricordi e nei momenti di preghiera ... Lo imploriamo nei gesti di carità fraterna ... Ma Lui non c'è, non è dove noi lo vogliamo mettere: in un sepolcro per onorarlo e venerarlo ancora.
Corriamo con Pietro e Giovanni, e con tutti quelli che sono scossi dall'annuncio del "non c'è più, la tomba è vuota!"
Pietro e Giovanni, ancora non credono, ancora dubitano ... Si ma ancora per poco.
Quel sepolcro vuoto non ha sottratto un corpo; lo ha solo costudito per qualche ora del nostro tempo. Ma il figlio di Dio, non si può rinchiudere nel tempo, l'eterno non può essere imbrigliato nella morte e nella agonia dell'umana sofferenza.
Videro e credettero che Gesù era vivo. Quel sepolcro vuoto dice che Gesù è vivo ... Questo diviene, da ora, il centro della fede nel Dio dei Padri. Il Dio con noi, è veramente sempre con noi, perché è il risorto ed è vivo.
Dove sei allora Gesù ...? Con un poco di fantasia, penso alla strana situazione narrata nel Vangelo di questa sera, il racconto dei discepoli di Emmaus ...
Dove sei Gesù? Sei lì accanto a loro, che cammini con loro, anche se non ti riconoscono ... Non riescono a vivere il passaggio dal nascondimento nella morte al riconoscimento nella risurrezione. Ancora in loro rimane la fatica e il sapore della sconfitta, e sono ancora nella penombra, non ancora nell'alba di un uovo giorno.
Ma tu sei proprio con loro; non ti stanchi di camminare e di accompagnarli, fino a quando anche i loro occhi sapranno riconoscerti bel segno di quel pane spezzato che è capace di sprigionare la luce del riconoscimento. 
Dobbiamo sempre ripartire dalle mostre sconfitte, dalle nostre fatiche e delusioni, dalle nostre paure e confidare sempre, che il Risorto, che Gesù ci accompagna e non ci lascia soli, perché non può abbandonarci.
Il Risorto è il Dio con noi, per sempre, egli al massimo ci precede, ma non ci abbandona: forse non mi accorgo che la fatica del cammino la stiamo facendo insieme?
Ecco questa è risurrezione, nella quotidianità della nostra vita, oggi: la dolce e sorprendente compagnia di un amico o amica; la vicinanza discreta, non invadente; la telefonata o un messaggio di affetto, che non costa nulla se non il nostro desiderio; la pazienza di saper ascoltare, attendere e stupirsi anche dei tempi lunghi; lo stringere con tenerezza (anche nella, e nonostante il distanziamento) la mano di un malato o di un morente ...
Ciascuno, dopo aver visto la tomba vuota, può essere artigiano della risurrezione, a partire dalla propria sconfitte, che sono l'inizio e la condizione della vicinanza del Signore vivo.


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