giovedì 15 aprile 2021

Parole di luce e vita

Atti 5,27-33 e Giovanni 3,31-36


Nel dialogo notturno tra Gesù e Nicodemo, l'evangelista mette alla fine del capitolo terzo un monologo del Signore, quasi una sorta di rivelazione/confessione. Gesù si offre a Nicodemo senza nulla trattenere e nascondere di se stesso.
Ci sono "cose" che sono di terra, questo è il punto di partenza del monologo. Mosè e i profeti sono terra, come anche la legge che viene da loro, anche quando danno testimonianza della luce, ma tutto questo è della terra. Non sono la vita né la luce. Gru ora si presenta a Nicodemo la luce e la vita: da lui riceviamo il dono dello Spirito, che ci genera dall’alto e ci fa diventare figli di Dio. Per quanto nella terra e dalla terra può venire qualcosa di buono, ciò che è terra, dice Gesù, non può salire al cielo, la terra può solo accoglier ciò che viene dal cielo. In questa immagine, non c'è nulla se non il rammarico di Gesù di sperimentare quella mancata accoglienza che della sua amicizia/persona che è la nuova alleanza che il Padre ci dona, portando a compimento nel suo figlio (colui che è mandato) la stessa alleanza iniziata con Adamo, Abramo, Mosè ecc...
Grsu non è solo un esempio da seguire o imitare, Gesù non è solo l'inviato; Gesù con Nicodemo, ci offre la luce della vita, ma ci mostra anche del modo di accoglierla, per diventare noi stessi parte della luce.


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