lunedì 5 aprile 2021

Dopo la risurrezione ...

 Atti 2,14.22-23 e Matteo 28,8-15


Dopo aver narrato anche con grande cura, i fatti della passione morte e sepoltura, la maggior parte dei vangeli, canonici e apocrifi, si cimenta nel dopo morte di Gesù, quadri in preda alla necessità di voler raccontare e giustificare Cisa accadde dopo e perché si arriva a tale situazione. È quasi un estremo tentativo di garantire una memoria umana, razionale, di fronte all'imprevedibile e incomprensibile (generalmente) modalità di Dio di agire e operare nella nostra storia, nella nostra realtà.
Ecco che ancora una volta emerge che se prima della passione i discepoli non riuscivano a fidarsi di Dio e delle sue modalità, anche dopo la risurrezione il fidarsi di Dio non è scontato, resta come vero problema per la comunità dei credenti prima che per gli altri. Ecco allora il tentativo di giustificare, nel racconto della menzogna, del tentativo di una versione da promulgare per l'opinione pubblica: la prima "fachenews" ad ampia risonanza della storia.
Ma se questa è la realtà, Gesù, rimane fedele al progetto del Padre, e persegue quel disegno di salvezza che si sperimenta a partire dalle relazioni intime con coloro che gli erano vicini. Ecco che sono proprio i suoi discepoli, figgitivi, paurosi, vigliacchi e dubbiosi i primi che hanno bisogno di essere confortati, amato e salvati. Ed ecco che secondo le sue promesse, il Risorto, si rivolge a loro ed ora si rivolge a me bisognoso di perdono, mi accoglie nelle mie condizioni di colpevolezza, e se non per questa, in ogni condizione di fragilità e di sconfitta.
Gesù risorto continua in quel discreto nascondimento che è preludio a un continuo riconoscimento ad essere misericordia per i peccati e vittima che non castiga gli uomini, ma persiste a essere espiazione e salvezza per tutti.
Il Signore risorto non va in cerca di altre persone più adeguate e meritevoli, ma recupera e invia quelli che sono venuti meno e continuano a venir meno.

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