domenica 25 aprile 2021

Pregare e Sognare

At 4,8-12; Sal 117; 1 Gv 3,1-2; Gv 10,11-18


Quarta domenica di Pasqua, 58esima giornata di preghiera per le vocazioni! Dal 1963 ogni anno facciamo una preghierina e così ci sembra anche di aver assolto un impegno che Gesù ci affida nel Vangelo: "pregate il padrone della messe, perché mandi operai nella sua messe".

Ma stranamente proprio da quando abbiamo iniziato a pregare, le vocazioni di speciale consacrazione sono iniziate a diminuire fino a raggiungere nella nostra realtà livelli preoccupanti, soprattutto per i vescovi, che si vedono alle strette nel garantire la cura pastorale delle comunità parrocchiali.

Ma tutto non può essere misurato con i criteri di una contabilità, altrimenti è facile cadere nell’aridità impietosa dei numeri, che descrive una crisi che sembra inarrestabile. Infatti solo nel 2018 i preti incardinati nella nostra Chiesa di Imola erano 86, oggi (pandemia permettendo), sono 75, di cui sotto gli 80 anni solo 51... Dati drammatici.

E se invece di fare nostro lo sguardo triste e l’animo sofferente, ci accorgessimo che anche ora, in questo tempo di transizione, il Buon Pastore si sta prendendo cura del suo gregge?

Forse non come noi progettiamo e pensiamo - quasi dovessimo garantire l’immutabilità del sistema Chiesa - ma attraverso il rinnovamento e la purificazione che passa anche in quanto viviamo. Ecco allora che domande come:

Quale prete per la Chiesa oggi?

Quale giudizio incombe sulle giovani vocazioni di questi anni?

Essere prete come lo si è fatto fino ad oggi, serve ed è adeguato per la Chiesa di domani?

Oggi più che mai dobbiamo rimettere al centro della vita delle nostre comunità e Chiese il "Pastore Bello", la cui bellezza è il suo stile è offrire, donare, regalare la vita in un atto di amore; stile che oggi deve recuperare la Chiesa. Se noi tutti che siamo Chiesa, non abbiamo in "stima" a partire da noi stessi, il dono del "sacerdozio" battesimale e ministeriale, come condizione per donare la vita, non capiremo e non imiteremo mai il "Pastore Bello" nel suo donarsi e donare la vita.

Il Buon Pastore, anche in questo tempo di pandemia ci conduce a riconsiderare in profondità la vocazione di consacrazione come la possibilità per donare la vita, coltivare la fraternità e avere cura della comunione, che non sono un semplice anelito pastorale, ma sono le coordinate che ci permettono di individuare, anche oggi l'agire del Pastore Bello, che è colui che appunto offre la vita a favore di tutte le sue pecore … tutte sono per lui preziose, uniche.

Ecco allora che da rettore del seminario mi viene spontaneo lasciarmi andare a un sogno ...

Sogno, non che il Seminario di Imola si riempia di seminaristi, ma che, come sta accadendo, il Seminario apra le sue porte a giovanissimi, giovani, ragazzi e ragazze che vogliono vivere momenti anche prolungati e di vita comune, di autonomia e di ricerca di sé stessi.

Per questo, mi metto umilmente in ascolto e a servizio, cioè senza pretese, solo con la certezza che il servizio è l'accompagnamento della vita cristiana.

Mi fido di una intuizione: il Signore ci precede e ci accompagna anche in questo tempo di grande transizione. La transizione non è il tempo della fatica e delle incertezze, è il tempo della fedeltà di Dio alle sue promesse di amore. Occorre fidarsi! Per questo occorre pregare.


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