mercoledì 14 aprile 2021

Quando con Gesù ci si parla ...

 Atti 5,17-26 e Giovanni 3,16-21


Quando leggiamo una pagina di Vangelo come quella di oggi ci poniamo spesso in quel l'atteggiamento mentale di preclusione, per cui ci si aspetta un contenuto teologico-dottrinale di altissimo spessore, quasi che Gesù stesse facendo una lezione a Nicodemo. Non credo in realtà che quella notte, tra Gesù e Nicodemo, abbia prevalso la formalità, ma nel parlare amichevole i contenuti siano stati molto confidenziali e fluidi.
Forse di fronte alle insicurezze e ai dubbi di Nicodemo, Gesù ha sorriso e con amorevolezza gli ha confidato come Lui sentiva la presenza del Padre, come lui si percepiva nella relazione con quel Dio di Isrsele, che per Nicodemo era l'Altissimo, l'Onnipotente; per Gesù invece un Dio fatto di amore, che ama il mondo che ha creato al punto di donare al mondo ciò che ama con tutto se stesso, il proprio Figlio.
Una confidenza come questa, che cosa ha scatenato nel cuore e nella mente di Nicodemo; cosa provoca in noi confrontarci con un Dio di questo genere?
Quella notte Gesù e Nocidemo parlarono di Dio e di loro stessi ... Parlarono del senso della loro vita, della vita eterna ... Come conseguenza di un amore che giustifica e non di una obbedienza a leggi e precetti.
L'intimità con Gesù, la sua amicizia serve proprio ad aprirci alla possibilità di conoscere un altro modo di essere di Dio Padre, un altro modo di concepire la moralità, non come obbedienza a norme e divieti, ma come illuminazione della vita, come superamento della nostra tenebra.

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