Atti 11.19-26 e Giovanni 10,22-30
La Chiesa di Gerusalemme, mando Barnaba ... come controllore ... Il quale vide la grazia di Dio! In cosa consiste questa "gloria"?
Barnaba riconosce l'agire di Dio verso i pagani, e come la comunità, la Chiesa, è stata condotta dallo Spirito non solo verso i proseliti (uomini e donne di origine pagana che praticano la fede nel Dio di Abramo), ma anche ai pagani in senso proprio, lontani dalla tradizione giudaica e cin tutta la loro cultura idolatrica e i costumi profondamente diversi. Tale diversità sarà oggetto di profondi confronti, aperture e chiusure nella Chiesa delle origini. Ma è proprio in tutto questo che Barnaba prende atto che "... la mano del Signore era con loro e così un grande numero credette e si convertì al Signore".
Lo stupore, la meraviglia, prima del giudizio è la condizione che Barnaba sperimenta di fronte al manifestarsi della "Gloria" di Dio. Questa condizione originaria della comunità dei credenti appartiene all'identità della Chiesa. Essa nel tempo non perde questa sua capacità di stupirsi del dove lo Spirito la conduce nella sua opera di annuncio del Regno di Dio. Questo significa riconoscere anche oggi il travaglio del confronto con il mondo, non come scontro in cui, o si vince o si muore, ma come occasione in cui la "Gloria", cioè la presenza di Dio precede il nostro cammino. Nel frattempo spicca un indizio meraviglioso: è in questo "passaggio" che Barnaba incontra Saulo di Tarso, ed ecco che inizia un'altra "storia nuova".
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