martedì 20 aprile 2021

Testimonianza di Stefano

Atti 7,51-8,1 e Giovanni 6,30-35


E così Stefano muore, lapidato, e da testimonianza del suo amore a Gesù e alla Chiesa, cioè ai fratelli; perché, anche se a noi post-cristiani suona male, la testimonianza del sangue è sempre stata, e sarà, un gesto estremo d'amore, mai di pura sofferenza.
La descrizione che gli Atti degli Apostoli ci lasciano, è quasi un eco della morte di Gesù,  quasi a voler ripercorrere in tutto la morte del maestro: "Signore Gesù, accogli il mio spirito" (cfr: Padre nelle tue mani consegno il mio Spirito); "Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: Signore, non imputare loro questo peccato. Detto questo, morì (cfr: Padre perdonali perché non sanno quello che fanno)".
Per quanto l'idea della testimonianza fino al dono della vita ci sia stata insegnata e inculcata attraverso la venerazione dei martiri, in realtà oggi questa tensione, e possibilità della vita cristiana non c'è più. La cultura contemporanea e anche il cristianesimo in occidente ha completamente perso il concetto della testimonianza intesa come atto supremo di amore. La vita come dono nel tempo, assume un tale valore che prevale sempre più il concetto che la vita è da preservare, da conservare e da custodire. Con fatica ci appartiene l'espressione della vita di Gesù riversata nella nostra vita attraverso l'esperienza della sua morte. Tale evento che rappresenta l'inizio della nuova creazione in Cristo risorto, invece noi la raffiguriamo come l'apice della negazione di Dio, del male e della iniquità. Il discepolo di Gesù ha imparato che il morire nell'amore di Gesù, non è mai stato il fine della testimonianza; il discepolo di Gesù è tale quando accetta che nella sua vita si compia lo stesso mistero di salvezza che Dio Padre realizza nel e con il suo Figlio. Ciò che subisce Stefano, allora, non è semplicemente una ingiusta persecuzione, ma in quella esperienza disumana, Stefano ripropone lo stesso mistero di amore e di salvezza vissuto e realizzato da Gesù.
La comunità delle origini, non ha quindi in Stefano una bandiera da mostrare, o un martire da rivendicare, ma un testimone autentico del vincolo di amore che tutti ci unisce a Gesù Cristo.

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