sabato 3 aprile 2021

Il grande silenzio ...

Sabato Santo

Ecco siamo giunti al sabato santo ... Ieri sera prima del calare del sole:"Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di áloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù".
Un Vangelo straordinario quello letto ieri sera nella passione secondo Giovanni. È il Vangelo che ci introduce a vivere questo Sabato Santo, come sabato per l'uomo. Quante volte Gesù ha ripetuto che il sabato è per l'uomo e non viceversa! Ebbene questo giorno non è di lutto e di tristezza, ma è un giorno di silenzio, necessario per entrare nel "Shabat"! La gioia del riposo dal nostro fare frenetico, per lasciare spazio all'esserci di Dio, lasciargli lo spazio per rivelarsi.
Il "Dio con noi" riempie questo giorno di silenzio. Proprio attraverso l'esperienza dolorosa di Giusepe di Arimatea e di Nicodemo, impariamo come il "Dio con noi", si consegna nel suo corpo, si lascia staccare dalla croce, accetta le carezze e le unzioni fatte alla sua stessa carne, non si ribella al lenzuolo e alle bende della sepoltura, tutti atti di un amore grande che ora i suoi amici riconoscono come lo spazio della vera gloria di a Dio, e di come questa gloria si rinnova nella carne di tutti i fratelli.
In questo giorno il Dio con noi, "dorme" nel sepolcro di pietra che gli abbiamo frettolosamente preparato, ma questo silenzio ci riporta alle carne sofferente e morente di Cristo, in tutti gli uomini, nostri fratelli, che lottano, muoiono e sperano nella attesa dell'alba della risurrezione; questa fratellanza ci apre alla relazione vera e autentica con Gesù, con il Padre. Dice papa Francesco nella "Fratelli Tutti": n. 74. "... credere in Dio e di adorarlo non garantisce di vivere come a Dio piace. Una persona di fede può non essere fedele a tutto ciò la fede stessa esige, e tuttavia può sentirsi vicina a Dio e ritenersi più degna degli altri. Ci sono invece dei modi di vivere la fede che favoriscono l’apertura del cuore ai fratelli, e quella sarà la garanzia di un’autentica apertura a Dio. San Giovanni Crisostomo giunse ad esprimere con grande chiarezza tale sfida che si presenta ai cristiani: «Volete onorare veramente il corpo di Cristo? Non disprezzatelo quando è nudo. Non onoratelo nel tempio con paramenti di seta, mentre fuori lo lasciate a patire il freddo e la nudità».

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