venerdì 17 agosto 2018

Ezechiele 16,1-15.60.63 e Matteo 19,3-12
Tutto in discussione ...

Ma in realtà quale è il problema? Se si stabilisce una legge che va bene a tutti per sancire la separazione di una coppia? Se esiste un modo legittimo, equo, per dare l'atto di ripudio? Quale è il problema?
In fin dei conti, le scritture, interpretano anche un dato culturale e mettono in risalto una modalità che appartiene alla convenzione sociale di un popolo, per cui: "l'uomo lascerà  casa di suo padre e si unirà alla sua donna ..."
Da qui, fino a definire le convenzioni sociali suscettibili di trasformazioni anche radicali in ragione della loro corrispondenza alla realtà e attualità.
Perché doversi addossare una norma immutabile è un vincolo indissolubile? Perché lo facciamo riferire alla volontà di Dio? Una sentenza inviolabile dalle parole del Signore?
Sono queste le obiezioni dei farisei e di tanti che fino ad oggi si uniscono in questa "lamentela".
Cosa significa essere maschio e femmina, la nostra antropologia umana, rivela che essere maschio e femmina esprime una diversità capace di realizzare l'esperienza sentimentale, sessuale, affettiva e spirituale che si chiama amore (agape) e che ha proprio il sapore della sopranaturalità. Stiamo attenti a banalizzare questa parola, perché tutta la nostra umanità si gioca su questa parola. Essere maschio e femmina costituisce una "diversità" capace sempre di originare l'amore nella condizione umanamente soprannaturale. È quindi l'amore che rivela la più intima sacralità ("eunuchia" che rivela il regno dei cieli) della nostra umanità, e che ci conduce all'amore generativo che è Dio stesso.
Forse, anche voi, volevate una "regolina", ma non credo sia possibile ...

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