domenica 19 agosto 2018

Proverbi 9,1-6 / Salmo 33 / Efesini 5,15-20 / Giovanni 6,51-58
Dieta di pane ... (Il) pane il suo corpo, non una bistecca!

Quando i discepoli della comunità di Giovanni si ritrova a fare ciò che Gesù ha fatto nell'ultima cena, hanno iniziato a chiedersi che cosa rappresentava quel pane, e perché doverlo mangiare e perché continuare a farlo e quali conseguenze aveva quel mangiare il pane/corpo ...
In realtà sembra - e il capitolo sesto di Giovanni ce ne da testimonianza - che la comunità prende progressivamente coscienza dell'intimo legame tra ultima cena e morte e risurrezione; tra corpo e vita; tra pane ed eternità (cielo).
La memoria delle parole del Signore aprono realmente alla comprensione del mistero del pane!
Amen amen ... Gesù non scherza assolutamente, egli sta affermando che la nostra vita, la vita stessa del mondo non ha nulla a che vedere con la vita che Lui può dare.
Il Pane dal Cielo è il modo in cui la vita di Dio che viene comunicata al mondo ...
Non è il rito della prima comunione o il rito della messa domenicale ...
Così nello stesso modo la sua carne e il suo sangue - che mangiamo nel segno del pane - ci comunicano la vita di Dio quella eterna, che è capace della risurrezione nell'ultimo giorno. La nostra virtù, la nostra vita, le nostre buone opere non possono dare alla nostra vita l'eternità, solo la sua vita di Dio può dare risurrezione, può al priore all'eternità.
Ciò che il Vangelo ci ricorda è ciò che noi oggi non riusciamo più a riconoscere nel segno del pane.
Il Vangelo ci racconta quale è la conseguenza del mangiare il pane del cielo?
La conseguenza non è sul piano spirituale, ma deve essere agita e riconosciuta nella realtà. Ecco la conseguenza del mangiare il pane del cielo: il pane che noi mangiamo è la sua carne per la vita del mondo.
Quando diciamo che la vita del cristiano è una vita nuova, significa che la vita del discepolo ogni volta che si confronta con il segno del pane è messa di fronte alla provocazione al cambiamento.
Mangiare il pane ci porta al confronto col suo corpo, col credere in Lui.
Che la vita da risorti è una vita nuova ... Cosa significa?
Significa che la comuinone mi chiede di accogliere ad esempio il principio di solidarietà e di fratellanza superando il particolarismo e l'individualismo.
Ed ecco che il primato dell'ospitalità trova il suo fondamento nell'agire del Signore che non si condivide solo per adesione e imitazione, ma che Gesù ti dona con il suo corpo, per cui quel pane non è solo il suo corpo, ma il suo modo di essere vivo, la sua stessa vita donata e condivisa.
Mangiare il suo corpo non è mangiare una bistecca ... Troppo facile se fosse così ...
Con un briciolo di ironia dico mettiamoci a "dieta" di pane e vino, del suo corpo e del suo sangue.
Dice Silvano Fausti: "... mangiare questa carne vuol dire avere il pensiero di Cristo e agire come lui. Tutto il nostro essere è trasformato, divinizzato: diventiamo figli; è qualcosa di molto concreto e quando celebriamo l’Eucaristia, celebriamo che cosa? Il corpo suo dato per noi, perché in quel corpo che così ha vissuto, che così si è donato, noi comprendiamo chi è Dio! Dio è colui che ama così e si dona così e si dona a me ed io entro in comunione con lui mangiandolo, assimilandolo, masticandolo addirittura. E se faccio questo bevo il suo sangue. Il sangue per i semiti è la vita, non si può bere il sangue, appartiene solo a Dio. Se io assimilo il suo corpo, la sua umanità, ho il suo Spirito, ho la vita stessa di Dio perché lui ha vissuto nel corpo lo Spirito del Figlio e del Padre". 
Quali sono le conseguenze del mangiare il suo corpo e bere il suo sangue? Quando è un vero mangiare e bere e non un semplice masticare del cibo ...
Almeno una conseguenza è nella possibilità di amare; mangiare il pane del cielo mi obbliga a ripensare la mia capacità di amare così come sono amato da Dio e dai miei fratelli; poi quel pane e quel vino sono come fermenti di una esperienza di vita che nel mio profondo è già presente ... Quel pane porta con sé la fragranza e il profumo di ciò che è eterno, vince la mia puzza di morte.

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