martedì 7 agosto 2018

Geremia 30,1-22 e Matteo 14,22-36
Signore, salvami!

Nonostante tutte le infedeltà e gli abbandoni, le liti e le rivendicazioni, voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio. Queste parole restano scolpite nella storia del popolo di Israele e nella vita di Geremia: sono l'unica certezza; Yhwh non viene meno alla sua promessa alla sua fedeltà.
In un tempo come il nostro in cui sperimentiamo, soprattutto in occidente, la precarietà dei valori umani come criterio per il progresso, l'avanzare dell'individualismo, la tutela dell'interesse personale e le logiche del profitto; un discepolo non può che ancorarsi alla fedeltà del Signore.
Occorre assolutamente recuperare il silenzio e la preghiera con Gesù per attraversare il "Lago" quando il vento e le onde sono sfavorevoli; occorre condurre sempre col Signore la barca (la chiesa e l'esperienza del credere) verso la terra ferma per continuare la missione affidata: salvare l'uomo è lasciare che l'umanità possa toccare anche solo il lembo del suo mantello. Il Vangelo di oggi, è veramente bello e pieno di aperture e possibilità per vita cristiana.

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