sabato 25 agosto 2018

Ezechiele 43,1-7 e Matteo 23,1-12
Dove abita Dio?

L'uomo può perde la propria anima? Sembra di sì! Un uomo svuotato di infinito, dentro di sé, fa supporre che ha perso la propria anima. Un uomo i cui pensieri, affetti avvenimenti non gli appartengono più, suggerisce che ha perso la propria anima. Un uomo che riesce ad amare solo come effetto di un contatto virtuale, o gioire solo nella distanza e senza il contatto della carne, ha perso la propria anima. Un uomo che non ha più il bisogno di Dio, ha per forza perso la propria anima. Perdere l'anima è come ridursi a una esuvia, a un contenitore esterno. Come essere forma di umanità senza sostanza umana. Un uomo senza anima è come l'universo senza Dio ... È, per certi versi inconcepibile! La visione di Ezechiele ci introduce nella pienezza della realtà, dell'esistenza se riempita dalla gloria (presenza/potenza) della divinità. Una esistenza senza Dio, non è più esistenza ... essa è solo una formalità esistenziale. La percezione della presenza di Dio, si traduce, ora, nella qualità della vita secondo il Vangelo. Il Vangelo non ha proprio nulla a che fare con la formalità dell'esistenza, il Vangelo inaugura la rivelazione della presenza/azione di Dio a partire dall'esistenza umana animata dallo Spirito di Dio. Dove c'è l'anima umana, Dio, dimora nel Suo Tempio Santo.

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