martedì 14 agosto 2018

Ezechiele 2,8-3,4 e Matteo 18,1-14
Non essere ribelle ...

La docilità è una virtù? Si certamente, ma la docilità è anche una conquista della maturità umana. Se nella maggior parte dei significati la docilità è intesa come "disposizione ad apprendere, a lasciarsi guidare, e anche a piegarsi, a cedere ...", ben diversa è la connotazione della docilità cristiana; essa non sviluppa semplicemente la rinuncia alla propria autonomia in favore di un altro bene, ma prima di tutto la condizione di apertura a un bene maggiore. La docilità Cristiana si edifica sulla fiducia riposta nella volontà di Dio, che, se anche non conosciuta fino in fondo, si pone davanti a noi come il "rotolo della parola" di Ezechia; egli ne mangio ed era dolce al suo palato, ma amara nelle viscere ... eppure non dubitò e si prodigò (facendo spazio in se stesso) nella sua docilità a quella parola.
Oggi ricordiamo il martirio di San Massimiliano Maria Kolbe; un martire che insegna la docilità alla volontà di Dio, soprattutto ad accoglierla quando si impone nella realtà della vita. Non a tutti è dato di vivere la docilità, di farla priorità, ma a tutti i cristiani è chiesto di imitarla attraverso l'esempio di mitezza e umiltà di cuore del Signore. 

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