martedì 14 maggio 2019

Atti 1,15-17.20-26 e Giovanni 15,9-17
Io ho scelto voi ... come miei amici!

Dal capitolo tredici al capitolo diciassette il Vangelo di Giovanni, "esonda", e come un torrente in piena esce dall'alveo del suo corso e allaga tutto ciò che è attorno. È una immagine dirompente di potenza, anche distruttiva della realtà, ma anche di piena rivelazione del mistero del "figlio dell'uomo". Siamo infatti continuamente di fronte a un riprendere dei contenuti e delle immagini, per amplificarle e approfondirle. Ma questo permette anche di mettere in evidenza ciò che la comunità di Giovanni ha ricevuto come essenziale è irrinunciabile rispetto alle parole e alla relazione con Gesù.
Oggi, certamente quelle parole dette nell'ultima cena sono un vero apice di consapevolezza circa la relazione Gesù-discepolo: "vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri" (Gv 13,34-35).
In Giovanni 15, l'evangelista ribadisce "questo è il mio comandamento" ed esplicita con altre parole, ma simili, lo stesso concetto. L'identità del discepolo è generata dalla relazione di amore che accoglie come amato da Gesù, ed esprime amando come Gesù. Questa dinamica rappresenta l'identità del discepolo amato! È Giovanni! Ma è anche ogni discepolo del Signore, scelto cioè amato, e per questo capace di amare ...
Come nel capitolo tredici Giuda esce dalla cena, si allontana prima della proclamazione del comandamento, come per affermare il suo rifiuto ad essere amato, così in Giovanni quindici, Gesù pone nell'amare la condizione esistenziale dei suoi amici, non dei servi, ma degli amici. Ogni uno di noi, è prima di tutto chiamato (vocazione) ad vivere una esistenza come amicizia con il maestro! Gesù ti sceglie come amico, come amato, perché in quel suo amore tu possa trovare la tua gioia e la tua vita ... in realtà, la sua!

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