lunedì 20 maggio 2019

Atti 14,5-18 e Giovanni 14,21-26
... e prenderemo dimora presso di lui ...

Con il capitolo quattordici di Giovanni, entriamo all'interno della vita del discepolo, e della conseguente relazione umana e spirituale che si genera a partire dalla fede. Gesù, la cristallizza nell'esperienza dell'amore. Certe sue espressioni ci sono già molto famigliari: "Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui".
Così, non ci fa alcun problema "l'accoglienza" della parola; anzi siamo persuasi che per amare Gesù occorre prima di tutto ascoltarlo ... Non ci fa problema comprendere l'amore per Gesù come realtà che ci introduce in una comunione di amore con il Padre; anzi solo a partire da questa comunione, siamo resi partecipi della progressiva rivelazione/manifestazione che Gesù fa di sé stesso. Tutto questo appartiene alla dimensione spirituale di ogni discepolo, e della dinamica della fede, per cui al credere in Gesù corrisponde anche un investimento degli affetti e della vita come fiducia/amore, come se ci trovassimo di fronte realmente ad un "amico".
Ma non è tutto qui, la dinamica fiducia/amore richiede di abitare, di prendere dimora ... Ma avete mai sperimentato cosa significa ospitare un amico, una persona che "conosciamo" e a cui magari siamo anche legati affettivamente? Aprire la nostra casa, i nostri spazi, le nostre abitudini, per fare posto alla sua presenza, alla sua vita ai suoi modi diversi da quelli consolidati? Sinceramente è un vero sconquasso ... Seguire il progressivo passaggio dall'ascolto al dimorare è un veto sconquasso!
"Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" ... Siamo disposti a vivere questa "invasione"?
Permettere il dimorare di Gesù, del Padre, permettere l'agire dello Spirito ... corrisponde a quella prossimità al mistero che in realtà ben raramente siamo disposti a vivere fino in fondo. Ogni forma di religiosità ci permette di rapportarci con la fede come senso religioso, ma non come fede/amore. È la fede/amore che implica e provoca il cambiamento della vita a partire proprio dalla pretesa di Gesù, alla sua affermazione: "noi verremo ad abitare in te!" Ma se la vita cristiana è uno "sfratto" continuo del l'ospite divino, cosa succede?

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