mercoledì 8 maggio 2019

Atti 8,1-8 e Giovanni 6,35-40
Io sono ...

Gesù, quasi in una litania, lo riferisce e dice di se stesso:
"Se infatti non crederete che Io sono, morirete nei vostri peccati ..." (Gv 8,24)
"Quando avrete innalzato il figlio dell'uomo, saprete che Io sono ..." (Gv 8,28)
"Prima che Abramo fosse, Io sono ..." (Gv 8,58)
"... Perché quando sarà avvenuto, crediate che Io sono ..." (Gv 13,19)
"Chi cercate ... Voi ho detto che Io sono ..." (Gv 18,5) 
"Io sono il pane della vita ...";
"Io sono la vite vera ...";
"Io sono la porta delle pecore ...";
"Io sono la luce del mondo ..."
"Io sono il pastore bello ...";
"Io sono la risurrezione e la vita ...";
"Io sono la via, la verità è la vita ...";
Un po' tutto il Vangelo, e in modo fortissimo, in questo capitolo sesto, emerge la consapevolezza di Gesù circa la sua relazione con il Padre, quel Io sono di Yhwh risuona in modo ridondante per tutto il Vangelo. Ma non si tratta di ripetizioni redazionali, ma siamo di fronte a vere e proprie rivelazioni, epifanie. Gesù parla di sé stesso, e attraverso la realtà e la vita, si consegna a noi in modo concreto, in modo che i discepoli ne facciano una esperienza così avvincente che anche la loro vita divenga risonanza del Io sono del Signore. Infatti la conseguenza del Io sono non è forse: "... io sono nel padre mio e voi in me e io in voi". Di fronte al "Io sono" di Gesù, di fronte al Io sono il pane della vita che cosa possiamo fare? Credo semplicemente stare nell'atteggiamento di colui che per primo ha ascoltato l'Io sono di Dio, Mosè, egli si velo il viso ... Per noi significa accettare e accogliere il mistero del Figlio di Dio che ci si offre, in una vita nuova che ha in lui ogni appartenenza.

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