venerdì 31 maggio 2019

Sofonia 3,14-18 (oppure Romani 12,9-16b) e Luca 1,39-56
Visitazione ...

Dall'esperienza dell'incontro di Maria con Elisabetta, assaporiamo anche noi, l'essere visitati dalla grazia di Dio.
"Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ...", essere riempiti a misura di Spirito Santo, si traduce per Elisabetta nello sguardo affettuoso verso Maria, ma anche, e giustamente, nel vedere l'opera di Dio, la salvezza realizzarsi attraverso e nella storia stessa della cugina. La pienezza dello Spirito anticipa per Elisabetta "la conoscenza della verità tutta intera". La visita di Maria ad Elisabetta è lo spazio umano, morale, affettivo della inabitazione dello Spirito. Quante volte abbiamo sentito questa espressione delle Scritture: "il Signore ha visitato il suo popolo" ... Ebbene ecco come avviene questa visita. È commozione: si è attratti non solo gli uni verso gli altri, ma la grazia di Dio attrae a sé in quella esperienza straordinaria, che è il riconoscersi parte di un mistero: "A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo".
È gioia, vera, che si esprime nel magnificare, nella commozione: "L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, ..."
Ecco allora che il contenuto più bello della visitazione è sentirsi parte di un mistero che ci ha anticipato nel passato, ci accompagna nel presente e senza imporsi ci precede nel futuro. Non è forse questo un modo di intendere l'illuminante espressione della Lettera ai Rimani, circa la relazione con la grazia?: "Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera".

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