venerdì 24 maggio 2019

Atti 15,22-31 e Giovanni 15,12-17
"... tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi".

Quale maggiore autorevolezza di questa, nelle Parole di Gesù?
Ebbene, non solo autorevolezza, ma tenerezza ... Sì perché noi leggiamo, proclamiamo e ascoltiamo le parole che Gesù attraverso i vangeli ci dice ancora oggi e le sentiamo Sue, per noi ... ma raramente ci poniamo nella prospettiva che le stesse parole siano quelle ascoltate da Gesù, Lui le ha udite, ascoltate e meditate perché erano le parole del Padre per Lui. Nella preghiera prima dell'alba, nella solitudine del deserto, nelle ore di silenzio tra gli olivi, cosa Gesù ha udito dal Padre? Forse proprio questo ....
"Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato, e ti ho amato con amore unico e di predilezione; per questo non ti do un comandamento da osservare ma come io ti amo come figlio, tu ama questi uomini come amici ... come figli ... Nessuno avrà mai un amore grande come quello che si sprigiona dalla amicizia ... Essi siano tuoi amici, si sentano scelti e prediletti, come io scelgo e prediligo te che sei mio figlio".
"Da questo amore che io ho per te ti verrà anche la forza di dare la vita per me è per loro. Ecco, che amare è donarsi, fino all'ultimo respiro della propria vita. Amare è consumarsi anche per chi è incapace di corrisponderti. Amare è portare frutto ... E il frutto dell'amore è la pazienza è la perseveranza (inno all'amore di Paolo ai Corinti) ... esse sono capaci di generare la salvezza, la vita eterna, cioè il frutto che rimane per sempre"
È questo lo sfondo che posso immaginare come dialogo tra Gesù e Dio Padre, o meglio, ciò che un Padre buono può aver detto al suo figlio amato, offrendolo alla scena del nostro mondo. Queste parole risuonarono nel cuore di Gesù ed egli così come le ha udite dal Padre suo, le ha dette a noi.

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