mercoledì 29 maggio 2019

Atti 17,15.22-18.1 e Giovanni 16,12-15
Il peso dello Spirito ...

Si potrebbe obiettare: "... perché peso delle parole? Lo Spirito è la leggerezza!"
Se non fosse proprio per queste parole esplicite del Signore: "Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso". Non credo che dobbiamo intenderle nella dimensione della "gravosità" ma nella enormità della novità che le parole del Signore rappresentano. Una novità umanamente e intellettualmente non sempre comprensibile, se non come novità di una vita nello Spirito. Forse è proprio questa la fatica dei nostri giorni, come pure la fatica legata ai cambiamenti e alle trasformazioni nella vita della Chiesa. Quando infatti la "tradizione" viene assunta a termine di difesa e di opposizione rispetto al suo rinnovarsi - al rinascere dallo spirito - tutto nella esistenza umana diviene difficile e pesante. Eppure Gesù non ci ha affidato a una realtà, a un mondo cristallizzato, immobile e impassibile, ma Lui stesso è "venuto" in un mondo che ha esultato e che lo ha rifiutato; è stato donato a un mondo che per di più era indifferente ... Eppure lo Spirito ha sempre rappresentato quella pienezza di vita nuova che ha guidato il cammino della fede di chi crede in Cristo. È lo Spirito che apre il cuore e la mente alla comprensione delle scritture (ciò che è anticamente rivelazione di Yhwh); come pure alla comprensione, ovvero la partecipazione alle volontà di Dio, cioè le cose future, che si realizzano nel tempo presente fino al loro pieno compimento. Oggi la Chiesa vive questo travaglio, quasi come i dolori di un parto da cui deve nascere una vita nuova ... A San Paolo VI - papa - che oggi ricordiamo, chiediamo di intercedere per noi è per tutta la Chiesa, perché ci custodisca nella speranza certezza che la sofferenza Spirituale (il peso da portare) è pegno delle realtà nuove, è condizione del cammino di rinnovamento della tradizione.

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