venerdì 17 maggio 2019

Atti 13,26-33 e Giovanni 14,1-6
Verso il grembo del Padre ...

Nel versetto conclusivo del Prologo di Giovanni è scritto: "Dio nessuno lo ha mai visto, l'unigenito Dio che è verso il seno del Padre, egli l'ha narrato/rivelato/mostrato".
Ecco che il Prologo mostra l'essere sintesi del Vangelo, è proprio in questi pochi versetti ci rende partecipi della profondità di senso della fede in Lui e del senso della nostra esistenza. Il rischio di ogni uomo - da cui neppure i discepoli sono esenti - è nello smarrimento della ricerca di senso. La relazione discepolo maestro diviene così essenziale come la relazione tra Dio e Gesù, tra Padre e Figlio: "Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me". È questa relazione che rivela la direzione della nostra esistenza; se siamo anche noi incamminati/orientati verso il seno del Padre. Essere Unigenito di Dio, esprime la relazione di figliolanza da Dio, ma anche la nostra relazione di discepolato, ci rende partecipi della medesima relazione filiale.
In che cosa considerate il nostro essere suoi discepoli? Credo fermamente che quando Gesù dice "Io sono la via, la verità e la vita", intenda proprio chiarire questa dinamica relazionale! Come Lui è per noi via ... verità ... e vita ...
All'inizio della vita delle prime comunità di discepoli, quando non si parla ancora di cristianesimo, il sinonimo di essere discepoli, era, essere quelli che seguivano la via ... La via tracciata da Gesù, lo spazio di una esistenza vissuto nel tentativo di imitarne la stessa tensione, la stessa passione, la stessa consapevolezza.
Essere la verità - Gesù lo dice di sè stesso - come anche lo ripeterà a Pilato ... La verità mette pace all'inquietudine della nostra finitezza ... La verità mette pace ...
Essere vita, significa essere intimamente uniti ed essenziali come la vera vite per i tralci ... La vita è ciò che insieme rappresentano vite e tralci ... diversamente si è rami secchi ... si è tronchi sterili; la vita è fecondità e amore.

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