martedì 30 giugno 2020

Amos 3,1-12 e Matteo 8,23-27
Siamo gente di poca fede ...

Ogni giorno facciamo esperienza della barca in mezzo alla tempesta, ogni giorno proviamo fatiche, sofferenze contrarietà. Anche solo a livello famigliare, lavorativo e affettivo: la quotidianità è fatta come una "attraversata del Lago" che da principio sembra tranquilla, ma nel proseguire, spesso diventa incerta e a volte anche pericolosa. Il lago in tempesta ha messo nei discepoli di Gesù ben più di una semplice inquietudine: "Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, (...). Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!"
Fede e vita mostrano, e Gesù lo rivela, la loro stretta interconnessione. La fede, che è ben altra cosa rispetto alle verità di fede; la vita che è ben altra cosa dall'esperienza biologica o dell'esserci, sono tra loro intimamente unite, esse caratterizzano il mistero umano della creatura nelle mani di Dio. La fede esprime prima di tutto il senso di appartenenza a Dio e la condivisione al Suo amore, che è fondamento del nostro vivere. La vita del discepolo, infatti, si alimenta di questo amore gratuito, mettendo così radici nel profondo. Siamo gente di poca fede, ogni volta che dimentichiamo che Dio ci accompagna pure nelle difficoltà; nelle fatiche del quotidiano, Dio c'è. Avere fede significa non pensare che Dio risolva i problemi con un suo intervento miracolistico, ma che nell'affrontare la realtà lui ci sostiene e agisce insieme al nostro agire. Siamo gente di poca fede, quando facciamo della nostra vita il nostro unico criterio di giudizio e la teniamo tra le mani come possesso esclusivo credendo che quello sia il meglio per noi stessi.
"Signore salvaci!" Può essere una invocazione, mossa dalla necessità, oppure anche una bellissima espressione di fede e certezza della sua vicinanza. Se non mi fossi accanto, cosa servirebbe affidarmi a Te?

Nessun commento:

Posta un commento