mercoledì 1 luglio 2020

Amos 5,14-15.21-24 e Matteo 8,28-34
Gesù liberatore dal male

Gran parte della vita pubblica di Gesù si svolge nel territorio del Lago di Galilea; dalla sponda di Ghenèsaret, Cafarnao, Betsaida, fino alla sponda opposta nel territorio della decapodi, quindi come specifica il Vangelo, a Gadara (Gadareni). Altri riferimenti dei vangeli presentano il riferimento con Gerasa, ma questo sposterebbe ad oltre 50 km l'incontro narrato; forse siamo di fronte alla fusione di fonti diverse. Indicativamente siamo all'interno nell'attuale territorio Giordano. Nessuno è escluso dalla predicazione del maestro, nemmeno quei territori ritenuti pagani e impuri dagli ebrei della Galilea, che a loro volta erano considerati molto discutibili circa l'osservanza della Legge. Se questo è lo sfondo del contesto narrativo, la vicenda degli indemoniati e dei porci, non rappresenta solo un avvenimento narrativo ma pone una chiara attenzione al confronto tra Gesù e il male. Il male che che non è semplicemente la possessione demoniaca, ma il male che si accompagna con la vita delle persone al punto di possederne gli spazi di libertà e di azione; il male che si insinua nel gli interessi della vita quotidiana, come anche in quelli economici; il male che ci fa preferire il nostro usuale modo di vivere rispetto alla  novità rappresentata da Gesù. Gli uomini indemoniati sono esclusi dalla convivenza sociale, si aggira per i sepolcri e grida la loro disperazione  e con una furia furibonda rifuggendo la propria salvezza. Gesù rappresenta l'unica soluzione al male che ci insidia, perché il bene, la verità è la vita, non sacrificano mai l'uomo, ma sono il fondamento della libertà, ovvero la salvezza.

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