lunedì 28 dicembre 2020

Luce, comunione e vita ...

1 Giovanni 1,5-2,2 e Matteo 2,13-18

"Dio è luce", ... ma cosa significa questa espressione di Giovanni? Per capire cosa vuole dire "essere luce", occorre entrare nell'immaginario e nella categoria di pensiero di Giovanni. Già nel Prologo al Vangelo, l'evangelista circa il Logos, il Verbo incarnato - cioè Gesù che diventa uomo - ci mette di fronte a queste espressioni: “In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta” (Gv 1,4.5). “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1,9). Il concetto di luce va oltre l'esperienza visiva e sensibile, l'esperienza della luce si identifica come conseguenza e possibilità di vedere pure il mistero di Dio, proprio nel modo in cui si fa conoscere. Giovanni arriva a dire che l'esperienza, la conoscenza di Gesù è luce, cioè permette di vedere attraverso la sua stessa vita ed esistenza, tutta la realtà, e nella realtà conoscere Dio stesso. Gesù nel Vangelo arriva a dire di se stesso: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12). “Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre” (Gv 12,46). Ma quale è la conseguenza di questa luce. La conseguenza è la scoperta di Dio Padre come amore che genera comunione con lui e tra di noi. Ecco perchè la comunione, l'amore, l'appartenenza sono così centrali nella scelta di fede, perché non sono semplice conseguenza di aggregazione, di sentimenti o di scelte, ma sono esperienze che mettono in connessione con il mistero di Dio nel suo manifestarsi. Ancora un po' complesso ... Forse cin une rileggere più volte il testo di oggi e lasciare che le parole entrino un po' alla volta senza la pretesa di una immediatezza nella comprensione.

Nessun commento:

Posta un commento